Lezioni di tango (e inclusione) per i giovani con sindrome di Down
Il ballo più passionale e intimo per antonomasia è protagonista del progetto "Tango T21", ideato da maestro di tango Giovanni Eredia ed Eleonora Paparo, psicologa e ballerina di tango, per persone con sindrome di Down; T21 sta per trisomia 21, che indica la presenza nel patrimonio genetico di un cromosoma 21 in più. "In un pomeriggio freddo del 2014, mi trovavo a Firenze con Eleonora Paparo e, sorseggiando una tazza di caffè caldo, le raccontavo della mia entusiasmante esperienza di ballo con una ragazza con sindrome di Down in una milonga di Napoli - ricorda Eredia -. L’idea di un corso aperto anche a persone con questa sindrome, che stavo maturando da quell’incontro, si è concretizzata quel giorno insieme a Eleonora". Se ne parla nel numero di dicembre 2017-gennaio 2018 del magazine Superabile Inail.
boc Così nel gennaio 2015, nel capoluogo toscano, è partito un laboratorio pilota in collaborazione con l’associazione Trisomia 21 e i volontari della scuola Pablo Tango Firenze. L’obiettivo? Promuovere l’integrazione e l’inclusione sociale delle persone con sindrome di Down attraverso la passione condivisa per il tango. Le lezioni sono, infatti, aperte a tutti.
"Le persone con trisomia 21 vivono una vita incentrata sulla famiglia e sulle opportunità offerte dall’associazionismo, che dà loro la possibilità di maturare esperienze e stringere nuovi legami - spiega Eleonora Paparo - . Il punto debole, però, è che, spesso, queste esperienze sono racchiuse in un recinto 'particolare', caratterizzato da persone e famiglie con esperienze simili. La peculiarità del progetto 'Tango T21' è quella di dare l’opportunità di uscire da questa dinamica e di frequentare un luogo di studio insieme ad altre persone accomunate dallo stesso interesse. Lo scopo è che i ragazzi possano andare in milonga, il luogo adibito al ballo del tango, e ballare con tutti, scoprendo l’unicità dell’abbraccio in ogni tanda (la sequenza dei brani, ndr)'.
"La risposta è stata entusiasta - racconta Giovanni - . I ragazzi si divertono molto. Quando andiamo in milonga mettono in atto, in modo disinvolto, tutte le tecniche di seduzione e i codici previsti: la mirada, il gesto con il quale avviene l’invito, e il cabeceo, cenno del capo con il quale lo si accetta. Non ballano solo tra di loro ma anche con gli allievi delle altre scuole: questo li fa sentire accolti e partecipi".
"I ragazzi mostrano concentrazione e motivazione allo studio - aggiunge Eleonora -. Fin dai primi incontri abbiamo potuto osservare miglioramenti sia dal punto di vista motorio sia da quello relazionale. Crediamo fortemente che questa attività sia uno strumento utile per accrescere la consapevolezza del proprio respiro e del linguaggio corporeo, oltre ad agevolare la relazione tra le persone". Al progetto, che nel 2016 ha vinto il concorso Uisp - Attività per il sociale, finora hanno partecipato una ventina di giovani dai 20 ai 35 anni. Il corso, che è gratuito e si sostiene attraverso le donazioni, è iniziato nel novembre scorso e proseguirà fino a giugno 2018.