Libia, Alfano chiede l'intervento Onu. Politica divisa
ROMA - La guerra civile in Libia, l'arrivo dell'esercito dell'Isis nelle principali città del Paese e le minacce a Roma iniziano a preoccupare l'Italia. Che questa mattina, come fatto dalla Francia, per bocca del ministro degli Interni, Angelino Alfano, ha chiesto l'intervento dell'Onu. "In Libia non c'è più tempo da perdere - ha scritto su twitter il ministro dell''Interno- l'Onu si muova subito per fermare il califfato".
Per la Libia serve un''iniziativa diplomatica ''last minute''. Non c'e'' tempo da perdere. Ma va tentata l'ultima carta: coinvolgere i Paesi di confine del Mediterraneo", sostiene il senatore del Partito Democratico Nicola Latorre, presidente della Commissione Difesa del Senato in un'intervista al ''Corriere della Sera''. "Qualunque cosa si faccia o si dica nel nostro Paese - spiega - implica una reazione. Credo che sia nostro compito tutelare i nostri concittadini e i militari. Forse e' opportuna un po'' di prudenza in piu'' ed evitare fughe in avanti. L'Isis gioca molto sul terreno mediatico anche per aumentare la sua incidenza reale". "Credo che il ''pronti a combattere'' di Gentiloni sia stato male interpretato. E che il ''pronti a inviare 5 mila militari'' della Pinotti abbia prestato il fianco a interpretazioni che lei stessa ha giustamente corretto. L'obiettivo e' la ''stabilizzazione'' della Libia che e' in mano a bande rivali e milizie - conclude Latorre - E' il terreno ideale per l''avanzata del jihaidismo".
Intanto il presidente del consiglio Matteo Renzi ha avuto un lungo colloquio telefonico con il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi al quale ha espresso cordoglio e solidarietà per le vittime uccise dall''Isis. Al centro del colloquio la lotta contro il terrorismo, con particolare riguardo alla situazione libica e ai passi politici e diplomatici, nel quadro del Consiglio di sicurezza Onu, per riportare sicurezza e pace nel Paese.
Frena la Lega. "Prima di parlare di guerra si sospendano gli sbarchi, si controllino i confini e si prendano accordi con chi dovrà governare in Libia" dove "oggi ci sono due governi e mezzo. Rischiamo di perdere vite umane, soldi e tempo senza capire cosa fare" sottolinea Matteo Salvini, segretario della Lega nord, a Radio Padania. E aggiunge "Come fermarli? La marina militare serve a difendere i confini. Nessuno entra nelle acque territoriali con le buone o con le meno buone". (DIRE)