Libia, da novembre evacuati oltre mille rifugiati. 150 quelli accolti ieri da Caritas
ROMA - Dal mese di novembre, l’Agenzia Onu per i Rifugiati (Unhcr) ha evacuato dalla Libia più di 1.000 rifugiati altamente vulnerabili e sta individuando per loro soluzioni durature in Paesi terzi. Martedì un volo ha portato 128 rifugiati da Tripoli a Niamey, in Niger, e ieri (mercoledì 14 febbraio) con un secondo volo sono arrivati a Roma da Tripoli 150 rifugiati. In totale in tre mesi sono quindi 1.084 le persone rifugiate che sono state evacuate dall’inizio delle operazioni dell’Unhcr.
“Queste evacuazioni hanno portato una nuova speranza nelle vite di oltre mille rifugiati che erano detenuti in Libia in condizioni di estrema sofferenza. Entro la fine del 2018 speriamo di evacuarne almeno altri mille”, ha dichiarato Vincent Cochetel, Inviato Speciale dell’Unhcr per il Mediterraneo centrale.
Grazie alla collaborazione dei partner dell’Unhcr e al supporto cruciale del governo del Niger, i 128 rifugiati evacuati martedì 13 febbraio in Niger stanno ricevendo accoglienza in strutture dedicate a Niamey, dove è stata fornita loro assistenza e sostegno psicologico in attesa di essere trasferiti attraverso il reinsediamento o altre soluzioni durature. Sono 772 i rifugiati finora evacuati in Niger, tra loro famiglie, madri sole con bambini e minori non accompagnati o separati.
Tra i 150 rifugiati estremamente vulnerabili, evacuati ieri da Tripoli a Roma, ci sono anche donne e bambini, che si trovavano in detenzione per lunghi periodi di tempo. Si tratta della seconda evacuazione dalla Libia direttamente in Italia che non sarebbe stata possibile senza il grande impegno delle autorità italiane e il supporto del governo libico. Sono in tutto 312, i rifugiati evacuati direttamente in Italia. Dopo l’arrivo a Roma, i rifugiati sono stati sottoposti a controlli medici ed è stato dato loro un pasto caldo e vestiti pesanti prima di cominciare con le procedure di identificazione. I rifugiati sono stati trasferiti poi in diverse strutture d’accoglienza.
“Queste evacuazioni sono l’esempio migliore dell’impatto che la solidarietà internazionale può avere sugli stessi rifugiati, tuttavia bisogna fare molto di più. Finora sono solo 16.940 i posti messi a disposizione per il reinsediamento nei 15 principali Paesi lungo la rotta del Mediterraneo centrale, tra questi Libia e Niger. L’Unhcr chiede a tutti i Paesi di rendere disponibili altri posti in modo che si possa trovare una soluzione concreta per molti altri rifugiati che sono ancora in Libia”, ha aggiunto Cochetel.
L’impegno della Caritas. Ad attendere a Roma l’arrivo dei 150 rifugiati c’era Caritas Italiana, insieme al Governo e, appunto, alle Nazioni Unite. Nel quadro degli accordi tra Conferenza episcopale italiana e Governo per l’apertura di canali sicuri di ingresso, è la seconda evacuazione umanitaria dal paese nord africano, dopo quella del 22 dicembre scorso. “Tanti giovani e bambini hanno potuto assaporare la libertà dopo mesi o anni di torture ed ingiustizie subite lungo le rotte migratorie – afferma una nota della Caritas Italiana -. L’Italia sta dimostrando al mondo intero che le vie legali e sicure sono possibili e praticabili, soprattutto quando sono il frutto di uno sforzo congiunto tra istituzioni e organismi nazionali e internazionali”.
La Caritas Italiana ha chiesto al Ministero degli Esteri l’emissione dei visti di ingresso per queste 150 persone. Visti prontamente rilasciati, così da poter dare il via all’operazione. “Un ringraziamento va, dunque, alla Farnesina, al Ministero dell’Interno e all’Unhcr che hanno assicurato il buon esito dell’evacuazione. Il prezioso supporto logistico di Caritas di Roma ed il qualificato lavoro degli operatori delle Caritas diocesane di Aversa, Benevento e Palestrina, hanno permesso a Caritas Italiana di svolgere tutte le attività collegate alle operazioni di sbarco”.
Adesso ad attendere questi profughi ci sono i progetti di accoglienza sui territori dove la rete delle Caritas diocesane assicurerà molti posti in accoglienza. Per don Francesco Soddu, direttore della Caritas Italiana, “questa operazione è un ulteriore tassello che si aggiunge al percorso intrapreso dalla Chiesa Italiana nella promozione ed implementazione di vie legali e sicure d’ingresso. Tra 15 giorni arriveranno altre persone dall’Etiopia nell’ambito del programma Corridoi umanitari, a testimoniare, ancora una volta, che solo aprendo canali d’ingresso legali potremo gestire le migrazioni”.