17 febbraio 2015 ore: 14:37
Immigrazione

Libia, l'Arci: "Ripristinare subito Mare Nostrum. No ai predicatori d'odio"

I venti di guerra che soffiano sull'Europa preoccupano l'Arci, la quale sostiene l'inutilità di un nuovo intervento militare in Libia. Stoccata a Salvini:" A soffrire di più sono uomini e donne, costretti a fuggire, di cui l’Europa deve farsi carico e non rispondere con le bombe e i respingimenti"
Mare nostrum, immmigrazione: gommone intercettato da nave

ROMA - Le notizie che arrivano dalla Libia, dove la decapitazione dei 21 cristiano-copti da parte dell'Is ha spinto il governo egiziano a lanciare una consistente offensiva aerea contro le postazioni del califfato, parlano di una situazione drammatica che rischia di coinvolgere tutta l'area del Mediterraneo, peraltro già teatro di terribili conflitti. I pericolosi venti di guerra che soffiano sull'Europa preoccupano l'Arci, la quale sostiene l'inutilità di un nuovo intervento militare in Libia.

"Le recenti esperienze - sottolinea l'Arci - in primo luogo proprio quella in Libia nel 2011, hanno dimostrato che la guerra aumenta l'instabilità e allontana le soluzioni, oltre che provocare morti e ingiustizie. Tuttavia fermare la violenza e l'orrore fondamentalista è compito non rinviabile della comunità internazionale che ha gli strumenti per farlo, se c’è la volontà politica di utilizzarli. L’Europa e l’occidente tutto non possono sconfiggere il terrorismo e le mire espansionistiche dell’IS con un nuovo conflitto e con una soluzione repressiva. Avrebbe senso una missione di ‘peacekeeping’ sotto l’egida delle Nazioni Unite, fondata su un accordo da raggiungere e su cui vigilare".

L'associazione parla di dialogo e condivisione, lanciando un appello alla società civile. "Una missione che parta dal dialogo e dalla ricomposizione della società civile, che coinvolga tutte le comunità locali libiche e che abbia tra gli obiettivi anche quello di mettere in discussione le royalties del petrolio, che deve diventare una fonte di ricchezza per tutte le comunità e non la condanna di quel paese. Si apre, insomma, anche per l’Italia, la possibilità di ridare fiato seriamente a un lavoro, seppur difficilissimo, di diplomazia internazionale".

"E pensiamo sia ancora possibile - continua l'Arci - restituire forza e legittimità al ruolo delle Nazioni Unite. In questo quadro complesso abbiamo di fronte un’emergenza umanitaria che rischia di coinvolgere in poche ore centinaia di migliaia di persone che si sommeranno ad altre centinaia di migliaia di civili in fuga da Siria, Afganstan, Iraq ed Eritrea".

L'Arci poi non risparmia una stoccata al segretario della Lega Nord Salvini: "Bisogna ricordarsi e ricordare alla comunità internazionale che chi soffre di più, le principali vittime di questa crisi, sono coloro che subiscono il giogo delle violenze e delle persecuzioni. Famiglie, uomini e donne, costrette a fuggire, di cui l’Europa deve farsi carico e non rispondere con le bombe e i respingimenti, come pretenderebbe qualche predicatore d’odio come Salvini".

Le soluzioni proposte dall'associazione coinvolgono l'operazione Mare Nostrum, la cui riattivazione è ritenuta indispensabile, e parallelamente l'apertura di canali umanitari. "Pensiamo che sia indispensabile e urgente riattivare l’operazione Mare Nostrum e allo stesso tempo aprire, ricorrendo all’Alto Commissariato delle Nazioni unite per i Rifugiati (Unhcr), canali umanitari dai Paesi confinanti la Libia. Mare Nostrum, a differenza dell’operazione Triton, era dotata di strumenti e personale per soccorrere i profughi, evitando ricatti armati da parte dei trafficanti, come quello che si è verificato nei giorni scorsi. 

Due interventi, Mare Nostrum e canali d’ingresso umanitari - conclude l'Arci - che possono e debbono essere promossi e sostenuti dall’Unione Europea e dalla comunità internazionale tutta, prevedendo un sostegno ai principali paesi confinanti con la Libia, in primo luogo Egitto e Tunisia, che saranno senz’altro coinvolti nella gestione dei flussi di profughi e che corrono il rischio di un’estensione dell’intervento dell’IS nel loro territorio".

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