Libro bianco: in Italia il 43% di detenuti per droga
ROMA - In Italia il 43,26% dei detenuti in Italia è in carcere per violazione della legge sulle droghe. Nel 2016 17.733 detenuti sono stati incarcerati per non aver rispettato l’art. 73 del Testo unico sulle droghe che punisce la produzione, traffico e detenzione di droghe illecite. Si tratta del 32,52% del totale: un detenuto su tre. A questi si aggiungono 5.868 detenuti per art.74 (associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope), il 10,74% del totale. Sono i dati dell’ottava edizione del Libro Bianco sulle droghe intitolato “Dalla semina americana al deserto italiano. Dalla Fini-Giovanardi alla Jervolino-Vassalli. Dati, Politiche e Commenti sui danni collaterali del Testo Unico sulle droghe”, presentato oggi alla Camera in occasione della giornata internazionale contro l’abuso e il traffico illecito di droga.
Secondo il rapporto, promosso da La Società della Ragione ONLUS insieme a Forum Droghe, Antigone, CNCA e Associazione Luca Coscioni e con l'adesione di CGIL, Comunità di San Benedetto al Porto, Gruppo Abele, Itaca, ITARDD, LegaCoopSociali, LILA, mentre i “pesci piccoli” tornano ad aumentare, i consorzi criminali continuano a restare fuori dai radar della repressione penale. Nel 2016 13.356 dei 47.342 ingressi (28,21%) in carcere sono stati causati da imputazioni o condanne sulla base dell’art.73 del Testo unico, 1519 ingressi in più in carcere rispetto all’anno precedente. Si inverte il trend discendente dal 2012 che aveva visto diminuire la popolazione carceraria dopo la sentenza Torreggiani della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che ha condannato l’Italia per le condizioni in cui vivono i detenuti. Sono, inoltre, tossicodipendenti 14.157 dei 54.653 detenuti nel 2016, il 25,9% del totale. Se si considerano gli ingressi, 33,95% della popolazione carceraria nel 2016 è dipendente da sostanze stupefacenti.
“Ormai è l’ottavo anno che presentiamo in questa giornata i dati sul Libro Bianco, offrendo una interpretazione dei fatti e ponendo al centro il peso che la politica sulle droghe ha sul carcere e sulla giustizia”, ha detto il coordinatore dei Garanti territoriali per i diritti dei detenuti Franco Corleone. “In Italia si criminalizza una intera generazione attraverso la segnalazione ai prefetti per semplice consumo. Nonostante le proposte di legge di iniziativa parlamentare e popolare, il Parlamento non ha fatto niente. Noi chiediamo che venga convocata la conferenza nazionale sulle droghe che per legge deve essere convocata ogni tre anni. L’ultima convocazione risale a otto anni. C’è una violazione di legge e le associazione che si occupano di questi temi sono pronti a diffidare il governo”.
Per Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, “si decide casualmente chi punire e chi no. La nostra è una legislazione vessatoria che produce una disuguaglianza di mezzi: chi ha più mezzi evita il la sanzione. Chiederemo al Governo una posizione chiara perché questo tema riguarda tutti i cittadini”. (Gabriella Lanza)