5 ottobre 2017 ore: 18:34
Società

Libro bianco sul razzismo, Naletto: "Sono anni preoccupanti, il quadro è fosco"

La presidente di Lunaria ha presentato oggi al Senato il Quarto libro bianco sul razzismo. “Questo è stato il più difficile che abbiamo realizzato, perché quello che è successo negli ultimi tre anni in questo ambito ha conosciuto un’intensità superiore a quello che era avvenuto negli anni precedenti”
Cartello "Il razzismo uccide"

ROMA - “Questo è stato il più difficile libro bianco sul razzismo che abbiamo realizzato, perché quello che è successo negli ultimi tre anni in questo ambito ha conosciuto un’intensità superiore a quello che era avvenuto negli anni precedenti”. Lo ha sottolineato la presidente di Lunaria Grazia Naletto, presentando oggi al Senato il Quarto libro bianco sul razzismo. Una disamina del fenomeno in Italia dal 2014 a oggi che prende in considerazione il livello istituzionale, il circuito dei media e i comportamenti nella società.

“Il nostro approccio non è ideologico ma parte dall’analisi dei fatti. Proprio per questo abbiamo usato parole severe – aggiunge –, abbiamo definito come oggi il razzismo sia ordinario ma anche ostentato e spudorato, troppo spesso oserei dire rivendicato. In questo un segnale di allarme è sicuramente legato al numero di morti per razzismo. Nel libro abbiamo documentato diversi casi, sono anni preoccupanti. Il quadro è fosco, c’è però anche speranza e la individuiamo nei pezzi della società civile che si occupa di migranti, nei corridoi umanitari, in tutti coloro che rifiutano il razzismo, e che ci fanno così vedere la luce in fondo al tunnel”.

Tra le forme di razzismo istituzionale documentate nel libro, i decreti Minniti- Orlando e il rinvio della riforma della cittadinanza. “Facciamo una richiesta accorata al Senato: abbiamo solo oggi la possibilità di vedere approvata una riforma attesa da un milione di italiani – aggiunge Naletto – e questo va fatto”.
Sulla stessa scia anche Paula Baudet Vivanco di Italiani senza cittadinanza. “Non sono anni facili per noi figli di immigrati, ci sentiamo più fragili anche perché la normativa non ci riconosce – sottolinea –. La riforma renderebbe più sicuri i nostri ragazzi. Il testo oggi in discussione è moderato – aggiunge -. Il lavoro dei senatori è trovare i voti, devono farlo. Io sono arrivata a 7 anni in Italia e per la legge vigente ho ottenuto la cittadinanza a 33 anni. Questo oggi non è più possibile”. Per Filippo Miraglia, vicepresidente di Arci, il “presupposto sbagliato da cui si parte è che gli italiani siano contrari allo ius soli, ma non sono tutti contrari. Se oggi non portiamo a casa neanche la riforma della cittadinanza in questi anni non avremo prodotto nessun avanzamento nei diritti per gli stranieri ma solo arretramento”.

Nel campo della discriminazione, una delle novità degli ultimi mesi su cui si concentra il lavoro di Lunaria è la campagna di criminalizzazione delle ong che si sono occupate di salvataggi in mare. “Questi ultimi mesi sono stati molto difficili anche per Medici senza frontiere – spiega Gabriele Eminente, direttore generale di Msf -, al netto di iniziative giudiziarie vere o presunte, visto che ad oggi di pregiudiziale c’è poco, siamo stati al centro di una campagna molto forte. Da aprile, all’indomani di un numero importante di arrivi, alcuni politici, tra cui il vicepresidente della Camera, si sono posizionati in modo aggressivo contro le ong, e così siamo passati ad essere da angeli del mare a tassisti del Mediterraneo”. Per Annamaria Rivera quella del governo italiano oggi è una “strategia migranticida: abbiamo rilevato, con soddisfazione del ministro Minniti, una diminuzione degli arrivi in Italia tra luglio e agosto. Percentualmente non c’è stata una diminuzione delle morti. Quello che dovremmo sempre ricordare è che nel Mediterraneo è in corso una vera ecatombe”.
Giuseppe Faso di Straniamenti si è soffermato sull’uso dei termini nel discorso legato all’immigrazione da “clandestino” a “migrante” anche se nei fatti poco è cambiato. “Nel piano integrazione presentato di recente c’è una cosa interessante – aggiunge –, il riconoscimento dei diritti è accompagnato dalla sottolineatura di alcuni doveri. In questo la sinistra ha fatto quello che neanche la destra aveva fatto prima”. (ec) 

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