15 ottobre 2020 ore: 10:30
Immigrazione

Lombardia, cancellati i requisiti discriminatori della legge sulle case popolari

di Dario Paladini
La Regione si è adeguata all'ordinanza del Tribunale di Milano: non sarà più necessario essere residenti da cinque anni in Lombardia e per gli stranieri non ci sarà più l'obbligo di certificare l'assenza di proprietà nel Paese d'origine

MILANO - Per ottenere la casa popolare in Lombardia non sarà più necessario il requisito dei cinque anni di residenza nella regione. Con la delibera n. 3679 del 13 ottobre 2020, Palazzo Lombardia, infatti, ha dato esecuzione all’ordinanza del Tribunale di Milano del 27 luglio 2020, che aveva dichiarato discriminatorio il Regolamento Regionale n. 4/2017 nella parte in cui condizionava la possibilità stessa di fare domanda alla residenza quinquennale. Non solo, il Giudice ordinava anche di cancellare la parte del regolamento che richiedeva -ai soli cittadini extra UE - di documentare l’assenza di diritti di proprietà all’estero con modalità diverse da quelle che vengono richieste al cittadino italiano (producendo cioè documentazione del paese d'origine). La Regione ha presentato comunque appello alle decisioni del giudice, ma essendo immediatamente esecutiva ha comunque e per ora modificato il regolamento.

Da oggi quindi gli stranieri potranno accedere agli alloggi pubblici senza dovere rendere la prova (spesso impossibile, per l’assenza di un sistema catastale) di non possedere immobili in Paesi nei quali in molti casi non risiedono da decenni e nei quali talvolta non sono neppure nati. “Resta fermo l’obbligo, sia per gli italiani che per gli stranieri, di denunciare – anche in sede ISEE - le eventuali proprietà all’estero e il diritto-dovere della Agenzia delle Entrate di fare tutte le verifiche del caso”, sottolineano in un comunicato stampa le associazioni Asgi, Naga e Avvocati per niente, che hanno promosso il ricorso insieme a CGIL contro questi due punti della legge e del regolamento regionale sulle case popolari.

Le associazioni esprimono soddisfazione per la rimozione di un requisito che, come nel caso delle mense scolastiche di Lodi, “escludeva ingiustamente molti cittadini stranieri bisognosi della possibilità di accedere, in condizioni di parità con i cittadini italiani, a un diritto fondamentale come la casa”.

© Riproduzione riservata Ricevi la Newsletter gratuita Home Page Scegli il tuo abbonamento Leggi le ultime news