3 agosto 2022 ore: 13:29
Disabilità

Lombardia, modello sanitario “sbagliato. Si incrementi assistenza domiciliare”

di Chiara Ludovisi
Così Monica Vangi (Cgil Lombardia) commenta la relazione della Corte dei Conti, che evidenzia “i non soddisfacenti livelli di realizzazione della spesa finanziata con i fondi finalizzati Covid (56%)”. La Regione ha ricevuto dallo Stato (DL 34/2020) circa 28 milioni di euro da destinare all’Assistenza Domiciliare, ma ha usato solo 2 milioni di euro
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MILANO – La Regione Lombardia ha speso male i fondi ricevuti per la sanità: lo ha evidenziato la Corte dei Conti nella sua relazione, in cui definisce “non soddisfacenti i livelli di realizzazione della spesa finanziata con i fondi finalizzati Covid (56%)”. Inoltre rileva “come l’elevata immobilizzazione delle risorse ponga dei seri dubbi perché sembrano così sottratte al raggiungimento degli obiettivi di salute loro propri”. Il fondo cassa della sanità regionale ha raggiunto al 31 dicembre 2021 la cifra di oltre 9 miliardi di euro, in forte crescita rispetto all’anno precedente (un miliardo e trecento milioni).

Tasto dolente è, tra i tanti, l'assistenza domiciliare integrata, come sottolinea la segretaria della Cgil Lombardia, Monica Vangi: assistenza domiciliare “che tanto sarebbe stata d’aiuto in fase pandemica”. Nello specifico, lla Regione ha ricevuto dallo Stato (DL 34/2020) circa 28 milioni di euro da destinare all’Assistenza Domiciliare, ma ha usato solo 2 milioni di euro. La destinazione delle risorse Adi è vincolata alle strutture pubbliche che gestiscono direttamente il servizio. Regione Lombardia non ha usato tutti i finanziamenti a disposizione perché la gestione dell’assistenza domiciliare è quasi totalmente erogata da soggetti privati. In Lombardia l’Adi è affidata a strutture pubbliche solo in cinque piccoli territori.

“Il modello organizzativo lombardo, basato sulla commistione tra pubblico e privato, dove il privato risulta quasi monopolista nella gestione di moltissimi servizi, ha quindi influito negativamente in un momento gravissimo come quello della pandemia – denuncia Vangi - Proprio in questi giorni abbiamo discusso di assistenza domiciliare con l’assessorato al Welfare – aggiunge la segretaria Cgil -. Entro agosto le regioni dovranno assumere i nuovi criteri di accreditamento per l’erogazione dell’Adi. L’auspicio è che Regione Lombardia indichi alle Asst di attivare con urgenza la gestione diretta del servizio, anche attraverso l’utilizzo dei 26 milioni rimasti inutilizzati. Questo è solo un esempio dell’inefficienza che il modello lombardo porta in dote. Altro che eccellenza, siamo di fronte alla necessità di ripensare l’intero sistema sanitario regionale. Con l’approvazione della legge regionale 22 nel dicembre 2021 – conclude - si è persa un’occasione d’oro per imboccare una strada diversa e dare risposte all’ormai insostenibile condizione che i cittadini lombardi denunciano ogni giorno”.

 

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