1 ottobre 2014 ore: 15:46
Giustizia

Lombardia, ogni giorno due detenuti compiono atti di autolesionismo

I dati del primo semestre 2014 raccolti dal sindacato Sappe. Il numero in termini assoluti diminuisce grazie allo svuota carceri. Il decreto però non risolve il problema del lavoro: in Italia solo il 10% dei detenuti ha progetti di reinserimento lavorativo in carcere
Sovraffollamento in carcere. Detenuti in cella

MILANO - Ogni giorno almeno due detenuti delle carceri lombarde compiono atti di autolesionismo. Il dato inquietante emerge dall'ultima rilevazione del sindacato di polizia penitenziaria Sappe sulla situazione delle carceri tra il 1 gennaio e il 30 giugno 2014. Il sindacato registra comunque un calo in termini assoluti degli atti di autolesionismo dovuto al decreto svuota-carceri che ha ridotto di circa 1.300 il numero dei detenuti lombardi: da 9.033 a 7.718.

In questo primo semestre del 2014 in Lombardia si sono contati il suicidio di un detenuto, 441 atti di autolesionismo, 54 tentati suicidi, 192 colluttazioni e 56 ferimenti. Bergamo, Pavia e Monza sono le tre prigioni con il numero più alto di atti di autolesionismo (82, 77 e 75) mentre è a San Vittore per nove volte gli agenti hanno sventato un tentato suicidio. Tante anche le colluttazioni: 36 a Como e 34 di nuovo a San Vittore. Situazioni di disagio legate all'invivibilità delle carceri, secondo Donato Capece, segretario generale del Sappe, impegnato in un tour delle carceri lombarde in questi giorni: "Solo il 10% lavora, gli altri non fanno niente. Dovremmo adottare modelli di altri Paesi, come la Germania, dove tutti sono costretti a lavorare seppur per un salario simbolico".

In Italia invece non c'è stimolo per promuovere il lavoro in carcere. Troppo poche ancora le commesse, soprattutto per l'assenza di sgravi fiscali che incentivino gli imprenditori a puntare sulle carceri, sostiene Capece. "Il male atavico di questo Paese è l'assenza di investimenti nel lavoro in carcere", aggiunge il segretario.

Il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria è poco attento a questo tema, aggiunge Capace. Per altro da maggio al Dap non c'è un capo dipartimento "ma a giorni dovrebbe essere rinominato". "Ora però è necessario che il nuovo capo – dice ancora Capece – porti il Dap a navigare in acque sicure visto che ora è completamente allo sbando". (lb)

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