17 ottobre 2024 ore: 11:55
Economia

Lotta alla povertà, ecco “4 proposte possibili e 10 fake news da evitare”

Alleanza contro la povertà fa il punto e lancia le proposte per una nuova politica e un nuovo approccio culturale al tema: rilancio di una misura di contrasto universalistica e strutturale; recepimento, nella legge di Bilancio, degli emendamenti proposti dall'Alleanza; avvio di un monitoraggio sulla povertà e sull'efficacia delle misure di contrasto; nuovo approccio al tema
Povertà. Anziana di spalle seduta su un muretto

“Prevenire e contrastare la povertà, nel mondo, in Europa, in Italia, è un impegno non più rinviabile. Soprattutto in un contesto di crisi economica, politica e climatica come quello che stiamo vivendo, a livello internazionale e nazionale”. Per questo, Alleanza contro la Povertà in Italia, che raggruppa quasi 40 organizzazioni impegnate su questo fronte, lancia oggi 4 possibili proposte per combattere la povertà attraverso precisi impegni politici e mette in guardia da 10 “fake news” che non contribuiscono ad un nuovo approccio culturale al tema.

Un problema globale, un impegno globale

L’Alleanza ricorda che la “povertà estrema” (definita dalla Banca Mondiale come disponibilità di meno di 2,15 dollari al giorno) colpisce oggi circa il 9% della popolazione mondiale, pari a quasi 675 milioni di persone (Rapporto sulla Povertà della Banca Mondiale del 2023). Il 40% di queste si trova nell'Africa Sub-Sahariana”.
“Tensioni internazionali e guerre, insieme alla crisi climatica, sono al tempo stesso con causa ed effetto indiretto di questa condizione – ricorda Alleanza contro la povertà – che quindi deve rappresentare, anche a livello mondiale, una questione prioritaria da affrontare, specialmente nel contesto attuale, dilaniato da conflitti ed eventi climatici catastrofici” .

Uno sguardo europeo, i dati e la proposta

Per quanto riguarda l'Europa, l’Alleanza evidenzia che la povertà estrema colpisce il 6,8% della popolazione, pari a circa 23,2 milioni di persone. A queste si aggiungono 94,6 milioni di persone a rischio di povertà ed esclusione sociale, pari al 21,4% della popolazione (Eurostat, 2024). Il rischio di povertà cresce significativamente fra i minori. Il 24,8% dei minori, quasi 20 milioni, sono a rischio di povertà con un ulteriore incremento rispetto al 2022. Il rischio di povertà cresce fra le donne (22,3%) in minor misura fra gli uomini (20,3%). 

“Negli ultimi dieci anni, l’incidenza della povertà si è stabilizzata su livelli molto alti con variazioni ulteriormente negative negli anni del Covid – continua l’Alleanza -. Soprattutto, sono cresciute significativamente le condizioni più gravi di povertà, indicando una costante tendenza alla cronicizzazione: chi cade in povertà tende a rimanere in questa condizione per un tempo sempre più lungo. Il 9,5% della popolazione non si può permettere un pasto adeguato almeno una volta ogni due giorni, con un incremento di 1,2 % rispetto all’anno precedente (8,3%). Il 32% della popolazione e, in particolare, il 56% dei genitori singoli con figli, non è in grado di sostenere una spesa imprevista (per un importo corrispondente alla linea di povertà mensile stabilita a livello nazionale) (EU-SILC, 2023). Il 43% degli Europei temono di cadere in una condizione di povertà nei prossimi mesi a causa della crescita dei prezzi e ai salari stagnanti. Soltanto il 15% della popolazione dichiara di trovarsi in una buona situazione finanziaria (European Barometer on Poverty 2024)”.

Ed ancora: “Le politiche di austerità avviate dopo la crisi finanziaria del 2008 hanno ridotto la capacità dei welfare europei di assicurare protezione alle famiglie in povertà ed efficaci politiche attive. Quasi tutti i governi europei hanno introdotto rigidi controlli di carattere finanziario sull’entità della spesa e criteri di accesso alle prestazioni molto selettivi e complessi. In numerosi settori di welfare, in particolare nei programmi di contrasto della povertà, numerosi governi europei hanno reso più rigide e stringenti le condizionalità nell’accesso ai programmi di supporto al reddito. Queste tendenze sono presenti in tutta Europa, seppure in diversa misura: l’Olanda, la Danimarca, il Regno Unito, l’Italia in questo ultimo decennio hanno rafforzato significativamente condizionalità e sanzioni per chi non rispetta le prescrizioni. Il risultato è una diminuzione degli aventi diritto al welfare pubblico e la crescita significativa del numero delle persone che si rivolgono ad enti e associazioni di terzo settore per ricevere aiuti di carattere alimentare, beni di prima necessità e sostegni economici temporanei”.

Afferma Antonio Russo, portavoce di Alleanza contro la povertà in Italia: “Nella prospettiva di un miglioramento delle politiche dell’Unione che provi a strutturare misure comunitarie di lotta alla povertà, l’introduzione di un ‘Reddito minimo europeo’ - cosi come previsto dalla Strategie EU 2030 di lotta alla povertà in attuazione del Pilastro Sociale EU - rappresenterebbe un significativo passo avanti nella costruzione di un'Europa sociale da tempo annunciata e auspicata, ma ancora lontana dalla sua realizzazione”.

Italia: raddoppiano i poveri, si dimezzano i supporti

A livello nazionale, Alleanza contro la Povertà ricorda innanzitutto che la povertà assoluta è un fenomeno strutturale, che negli ultimi 10 anni ha visto un costante aumento dei numeri, certificato dai dati Istat: secondo le ultime stime preliminari sulla povertà assoluta, infatti, nel 2023 si trovavano in questa condizione l'8,5% del totale delle famiglie residenti, corrispondenti a circa 5,7 milioni di individui. “Il numero dei poveri assoluti in Italia, negli ultimi 10 anni, è raddoppiato - ricorda Antonio Russo - Pare ormai chiaro che le  nuove misure di contrasto, introdotte dalla legge 85/2023, non sono adeguate né tanto meno efficaci e rischiano di aggravare una situazione già drammatica: secondo gli ultimi dati dell'Osservatorio Inps, infatti, i beneficiari delle nuove misure (Assegno Di Inclusione  e Supporto alla Formazione e Lavoro ) sono poco più della metà rispetto ai beneficiari del Reddito/Pensione di cittadinanza: su un totale di 1.324.104 nuclei che avevano percepito almeno una mensilità di RdC/Pdc nel primo semestre del 2023, 695.127 sono quelli che hanno avuto accesso all'Assegno d'Inclusione nello stesso periodo del 2024”.

Le 4 proposte dell’Alleanza

Alla luce dei dati sulla povertà e sulle nuove misure di contrasto, Alleanza contro la povertà lancia 4 proposte al governo: il rilancio di una misura di contrasto universalistica e strutturale, rivolta a tutte le famiglie e le persone in povertà assoluta; il recepimento, nella legge di Bilancio, degli emendamenti proposti da Alleanza contro la povertà, per migliorare l'efficacia delle misure di contrasto vigenti, come già proposto e dettagliato nel Position Paper sulla legge 85/23); l’avvio di un monitoraggio, a livello territoriale e nazionale, sulla povertà e sull'efficacia delle misure di contrasto. Alleanza contro la povertà offre la propria disponibilità a questo scopo; un nuovo approccio al tema della povertà che riconsideri un rilancio delle politiche di welfare e dei sistemi di infrastrutturazione sociale e del lavoro.

“Nel giorno in cui si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della povertà, affinché il tema della crescita delle persone e delle famiglie in condizione di fragilità sociale non sia sminuito o derubricato dalle urgenze che interrogano la politica e, al fine di evitare che si affermi una pericoloso fenomeno di colpevolizzazione dei poveri, Alleanza contro la povertà sottopone quattro proposte di politiche possibili e mette in guardia da 10 fake news che si vanno affermando nello spazio del  dibattito pubblico. Bisogna cambiare passo e bisogna farlo subito, a livello politico, economico e culturale. Non possiamo chiudere gli occhi di fronte a numeri che ci parlano di una emergenza sociale strutturale e globale”, conclude Russo.

Le 10 fake news

La povertà assoluta in Italia non esiste. “Secondo le statistiche ufficiali la povertà assoluta esiste e colpisce milioni di persone in Italia. Negli ultimi 10 anni è in costante aumento. Secondo le Stime preliminari dell’INPS, nel 2023 riguardava l’8,5% delle famiglie residenti (erano l’8,3% nel 2022), corrispondenti a circa 5,7 milioni di individui”.

I percettori dei sussidi sono furbetti o fannulloni. “Si tratta di una generalizzazione ingiusta che non rappresenta la realtà complessa delle persone che ricevono questi sostegni. Le misure dirette di contrasto alla povertà, come in tutti i Paesi Europei hanno salvato dalla povertà assoluta circa un milione di persone in situazione di grave disagio socio-economico. Il programma prevedeva l’obbligo di cercare lavoro e partecipare a percorsi di formazione. Stando ai dati dei Carabinieri , le truffe al RdC valgono solo l’1% della spesa totale”.

Le misure di contrasto alla povertà sono uno spreco di soldi pubblici. “Le misure di contrasto alla povertà sono un investimento importante per promuovere il benessere sociale ed economico di un Paese. Secondo i dati Istat, il Reddito di Cittadinanza (RdC) ha contribuito a sollevare circa 1,5 milioni di persone dalla povertà relativa. Come riferisce il ministero del Lavoro, solo durante la pandemia (2020-2021) la misura ‘ha consentito la fuoriuscita di circa 450 mila famiglie dalla condizione di povertà (circa 300 mila nel 2022). Metà della spesa erogata nel biennio, circa 8,3 miliardi di euro ha contribuito a ridurre dell’0,8% l’indice delle disuguaglianze e dell’1,8% il rischio di povertà’ (fonte Ministero Lavoro ). Da non sottovalutare inoltre il positivo impatto sui consumi che queste misure hanno determinato, considerata la tipologia dei beneficiari che necessariamente si trova a dover impiegare interamente il sostegno reddituale per beni di prima necessità”.

La povertà è una colpa. La povertà è un fenomeno multifattoriale e dalle molteplici cause. Ridurre la povertà a una “colpa” individuale implica una visione limitata delle sue cause, che ignora le dinamiche sistemiche e le ingiustizie sociali. La povertà è una condizione che richiede comprensione del fenomeno, solidarietà e interventi collettivi, non un giudizio morale.

Chi lavora, non è povero. Chi è povero, non lavora. “Il lavoro può certamente contribuire a proteggere dalla povertà, ma non è sempre sufficiente per garantire sicurezza economica e una vita dignitosa. La protezione dalla povertà dipende da diversi fattori legati alla qualità e alle condizioni del lavoro stesso, lo dimostra il crescente numero di working poor: principalmente lavoratori a tempo parziale, precari e coloro che ricevono salari insufficienti a coprire le spese fondamentali per la vita. Circa il 9-10% dei lavoratori si trova oggi in questa situazione e il numero è in aumento”.

I poveri in Italia sono soprattutto stranieri. “Le persone di origine straniera sono spesso più vulnerabili e più rappresentate nelle statistiche sulla povertà rispetto agli italiani. Tuttavia, non si può dire che i poveri in Italia siano ‘soprattutto’ stranieri. Secondo i più recenti dati Istat, il 70% dei poveri assoluti sono cittadini italiani, mentre il 30% proviene da contesti migratori”.

Sono soprattutto gli stranieri a ricevere sussidi. “I dati mostrano che, sebbene gli stranieri abbiano un’incidenza più alta di povertà rispetto agli italiani e dunque possano avere più bisogno di assistenza, la maggior parte dei beneficiari dei sussidi sono cittadini italiani. Per esempio, il 91% dei nuclei percettori di Reddito di cittadinanza erano di nazionalità italiana. Con l’Assegno d’Inclusione, la percentuale di cittadini non italiani percettori del sussidio è scesa ulteriormente dal 9 all’ 8% (fonte Inps)”.

La povertà riguarda solo i giovani. La povertà è un fenomeno complesso che interessa persone di tutte le età e si manifesta in modi diversi a seconda del gruppo demografico coinvolto. Secondo i dati Istat più recenti, circa il 6,2% degli anziani (over 65) vive in povertà assoluta in Italia, pari a circa 1 milione di persone. Sono particolarmente vulnerabili alla povertà assoluta le famiglie con minori (12%) e tra queste le famiglie con 3 o più figli (20,3%). Sempre secondo l’Istat, anche le famiglie in affitto e in povertà assoluta sono aumentate a quasi 900.000. Colpite o a forte rischio sono anche le persone con disabilità ( Studio CBM, Fondazione Zancan)”.

In Italia, la povertà colpisce solo alcune regioni del sud. “Secondo gli ultimi dati Istat, l’aumento della povertà in Nord Italia è in crescita, sebbene i tassi siano generalmente inferiori rispetto al Sud. La povertà assoluta nel Nord riguarda l’8% delle famiglie, con variazioni tra le diverse regioni”.

Le misure di contrasto sono cambiate, i beneficiari no. “I beneficiari delle nuove misure (ADI e SFL) sono poco più della metà rispetto ai beneficiari del Reddito/Pensione di cittadinanza. Secondo gli ultimi dati Inps, su un totale di 1.324.104 nuclei che avevano percepito almeno una mensilità di RdC/PdC nel primo semestre 2023, 695.127 sono quelli che hanno avuto accesso all’Assegno d’Inclusione nello stesso periodo del 2024”.
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