17 aprile 2015 ore: 13:37
Economia

Lotta alla povertà, non c’è solo il "tesoretto": ecco come ci aiuta l’Europa

Da tempo attivo il sistema di aiuti alimentari agli indigenti, a breve partiranno azioni di sostegno ai senza dimora, mentre dal prossimo anno scolastico sono previsti pasti gratuiti e buoni per l’acquisto di libri di testo e materiale didattico. Disponibili 790 milioni di euro in sette anni
Alessandro Cosmelli/Contrasto Povertà: anziano solo presso un Istituto per emarginati

Foto: Alessandro Cosmelli/Contrasto

ROMA - Aiuti alimentari alle persone indigenti, sostegni ai senza dimora, buoni per l’acquisto di quaderni e libri di testo, pasti gratis nelle scuole per gli alunni che vivono in famiglie in serie difficoltà economiche.  Mentre è ancora vivo il dibattito sul cosiddetto “tesoretto” di 1,6 miliardi di euro individuato dal governo, che secondo alcune delle ipotesi in campo potrebbe essere riservato alle fasce più povere della popolazione (anche con l’avvio di un Piano nazionale di contrasto alla povertà), è già operativo – o si prepara ad esserlo nel prossimo futuro – tutto un altro capitolo di interventi a favore delle persone più povere del nostro paese. Azioni portate avanti con soldi europei, che vanno a rafforzare quei (finora pochi e insufficienti) strumenti nazionali dedicati in modo diretto ai poveri (cioè la carta acquisti – o social card - ordinaria , e la sua più recente evoluzione sperimentata in dodici grandi città, battezzato “Sia”, sostegno per l’inclusione attiva). Sia chiaro: la disponibilità di fondi europei non rende affatto inutile o superfluo il rafforzamento delle misure nazionali. Anzi, è vero esattamente il contrario: solo in presenza di una misura nazionale (che sia efficace e universale) di contrasto alla povertà, in particolare quella assoluta, i fondi europei possono svolgere al meglio la loro funzione, che non è di sostituire (non basterebbero) ma di integrare gli strumenti nazionali. In altre parole, il "tesoretto" serve. 

PON INCLUSIONE E FEAD. Sono due i programmi operativi di titolarità del Ministero del lavoro e delle Politiche sociali che rientrano nel quadro della politica di coesione cofinanziata dall’Unione europea per il periodo 2014-2020. Il primo è il Programma operativo nazionale PON Inclusione, cofinanziato dal Fondo sociale europeo (Fse); il secondo è il Programma operativo PO 1 Fead 2014-2020, cofinanziato dal Fondo europeo di aiuti agli indigenti (Fead). Insieme valgono, per il nostro paese, circa 2 miliardi di euro in sette anni e rappresentano dunque un aiuto importante per le persone in povertà. In particolare, il Programma operativo Fead - già attivo per gli aiuti alimentari – si allargherà molto presto ad interventi in favore dei senza dimora e prevede di avviare (sperabilmente a partire dal prossimo anno scolastico) aiuti materiali per bambini e ragazzi di famiglie povere, prevedendo non solo buoni per l’acquisto di materiale didattico e libri di testo, ma anche assegnando pasti gratuiti per consentire ai giovani di rimanere a scuola anche nel pomeriggio per partecipare alle attività di laboratorio, sociali ed educative, finanziate da un altro Programma comunitario, il PON Istruzione.

FEAD, 789 MILIONI PER I POVERI. All’origine del Fead c’è una decisione della Corte di giustizia europea che aveva considerato illegittimo il vecchio programma Pead relativo agli aiuti alimentari, sotto la politica agricola comune. Dopo un lunghissimo periodo di dibattiti e mediazioni a Bruxelles, nel marzo 2014 è stato varato il nuovo regolamento Fead e i relativi programmi nazionali sono stati adottati nel dicembre 2014. Quello italiano porterà nel periodo 2014-2020 nelle casse del nostro paese oltre 670 milioni di euro di risorse comunitarie, cui si aggiungono altri 118 milioni di euro di co-finanziamento nazionale, per un totale che sfiora i 789 milioni di euro. Quattro le tipologie di intervento: oltre alla distribuzione di aiuti alimentari agli indigenti (che vale 480 milioni in sette anni ed è di fatto la continuazione del vecchio programma Pead), sono previsti interventi contro la “deprivazione materiale di bambini e ragazzi in ambito scolastico” (150 milioni), misure contro la “deprivazione alimentare ed educativa di bambini e ragazzi in zone deprivate” (77 milioni) e azioni contro la “deprivazione materiale dei senza dimora e altre persone fragili” (50 milioni, sempre nel periodo 2014-2020).

AIUTI ALIMENTARI. Quello degli aiuti alimentari è un intervento già attivo da tempo in Italia, grazie ad una struttura consolidata (l’Agea) e a una serie di enti caritativi (sette grandi distributori nazionali, fra i quali Caritas, Sant’Egidio, Banco Alimentare, Croce Rossa) impegnati nella distribuzione. “In Italia il treno degli aiuti alimentari – spiega Raffaele Tangorra, direttore generale Inclusione Sociale al ministero del Lavoro e Politiche sociali – è sempre stato in corsa e non potevamo permetterci di fermarlo: per questo, già dal giugno 2014, vista la situazione emergenziale, abbiamo provveduto ad anticipare 40 milioni di risorse nazionali”. L’arrivo dei fondi europei è stato comunicato a gennaio 2015 e il meccanismo è ormai avviato nella sua modalità ordinaria: via via che i fondi saranno spesi (e rendicontati dall’Agea) si provvederà a chiederne di ulteriori fino al loro esaurimento. La struttura di gestione e controllo continuerà anche nel Fead ad essere l’Agea.

LA COSTRUZIONE DELLA MACCHINA. “Tutto il resto del programma - spiega ancora Tangorra – è in via di costruzione, siamo infatti impegnati in una serie di procedimenti amministrativi che costituiscono la premessa per poter essere immediatamente operativi”. Il riferimento è soprattutto alla “costruzione della macchina”, cioè all’individuazione degli uffici di gestione e di controllo previsti dalla Commissione Europea. Cruciale il ruolo del Ministero del Lavoro e Politiche sociali: una divisione fungerà da Autorità di gestione, un’altra da Autorità di certificazione, mentre l’Autorità di audit sarà collocata presso il segretario generale. “Si tratta – precisa Tangorra - di uffici che facevano altro e che si stanno costituendo per fare anche e soprattutto questo mestiere: ci sarà del personale interno al ministero ma evidentemente per mettere in piedi una struttura adatta vanno reperite anche delle professionalità sul mercato”. Come è presto detto: con un bando pubblico di assistenza tecnica che inevitabilmente farà passare qualche altra settimana ma che a cose fatte permetterà agli uffici di gestire ordinariamente il programma per tutti e sette gli anni.

LA SCUOLA. Nel concreto, dunque, “se siamo bravi e veloci e non abbiamo nessun intoppo tecnico, la distribuzione del materiale scolastico avverrà a partire dal prossimo anno scolastico, così come sarà a partire dal nuovo anno scolastico che prenderà piede il programma ‘Scuole aperte’ per l’apertura pomeridiana degli istituti scolastici”, dice Tangorra. Il materiale scolastico dovrebbe essere selezionato e acquistato online dalle singole famiglie beneficiarie della misura di sostegno e riguarderà non solo i libri di testo, ma anche materiale vario come quaderni, penne, matite, zaini, abbigliamento sportivo e via dicendo. Quanto ai pasti e all’apertura pomeridiana, invece, la misura prevede di offrire dei pasti agli alunni più poveri delle scuole situate in territori fortemente deprivati: ciò permetterà loro di partecipare alle attività pomeridiane finanziate da un altro Programma operativo nazionale, quello relativo all’Istruzione. In pratica, semplifica Tangorra, “noi con il Fead paghiamo la mensa mentre il Ministero dell’Istruzione con fondi del PON Istruzione paga l’apertura pomeridiana delle scuole e le attività sociali ed educative collegate”. Un modo per combattere anche la dispersione scolastica, molto forte in territori particolarmente difficili.

I SENZA DIMORA. L’ultima voce del Fead è quella sugli interventi per persone senza dimora o in situazione di forte precarietà abitativa: anche questa misura mette insieme interventi immediati di risposta all’emergenza (distribuzione di beni di prima necessità) con progetti più ampi di accompagnamento all’autonomia (percorsi di housing first). La logica deve essere al tempo stesso di pronto intervento e di inclusione sociale, e infatti attingerà risorse anche al Fondo sociale europeo e al Programma operativo nazionale PON Città metropolitane (in considerazione del fatto che la gran parte dei senza dimora vive in contesti metropolitani). Nel concreto, è in fase di chiusura la definizione di Linee guida per l’intervento in favore delle persone senza dimora, documento realizzato con il coinvolgimento degli enti locali e di organismi come la Fiopsd. “E’ stato – dice Tangorra – un processo partecipato che ha portato a comporre quella che riteniamo essere la base per la definizione dei progetti”. E’ sulla base delle Linee guida cioè che il ministero chiederà ai singoli territori di presentare progetti che poi, con risorse del Fead e del Fondo sociale europeo, saranno finanziati e potranno diventare realtà. (ska) 

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