Lotta alla povertà, Soddu (Caritas): mense e pacchi viveri non bastano
ROMA - Contro la povertà “non è vero che qualcosa è meglio di niente, ma è oltremodo oltraggiante perché si continuano a dare gli avanzi. Servono invece, politiche mirate e organiche per far uscire molte persone da una povertà che non diventerà strutturale solo a patto che ci siano risorse e progetti personalizzati”. Così Francesco Soddu, direttore di Caritas italiana alla presentazione del rapporto “Dopo la crisi, costruire il welfare” in corso nella sede romana dell’organizzazione. Un appello, quello di Soddu, a fronte di un “paese che inizia a riemergere dalla crisi più povero rispetto a sette anni fa e con più famiglie povere”.
Per il direttore di Caritas italiana è tempo di dire basta a “misure sperimentali che non indicano una prospettiva chiara e definita. Interventi categoriali e temporanei non sono la risposta. Gli anni che abbiamo alle spalle ce lo ricordano”. Per Soddu, però, bisogna stare attenti a non accontentarsi, pensando che “qualcosa è meglio di niente”.“Non è vero - ha ribadito Soddu -, perché quel qualcosa può essere l’ennesimo intervento che premia una categoria di bisogni a scapito dell’altra, tradendo gravemente il principio costituzionale di uguaglianza. Fare comunque qualcosa rischia di accentuare l’approccio categoriale che da sempre è il tratto distintivo delle politiche sociali del nostro paese. Il fare comunque qualcosa si espone alla critica di non partire di chi ha più bisogno ma da chi conta da una maggiore rappresentanza politica che consentono di sbandierare sul piano comunicativo un qualche facile esito”.
Per la Caritas, gli attuali strumenti in campo non sono sufficienti. “Non si può combattere la povertà solo con programmi del Fead relativi a interventi su beni essenziali e alimentari - ha detto Soddu -. Non si può pensare che l’unica misura universalistica che il nostro paese sa garantire alle famiglie povere sia un pacco viveri o una mensa. Nella nostra esperienza si può cominciare dall’aiuto alimentare, ma per costruire percorsi di riscatto non ci si può limitare ad essa. C’è bisogno di una misura strutturale di contrasto alla povertà che sappia tenere insieme risorse e contestualmente accompagnamento. Per ogni persona povera c’è bisogno di un impegno istituzionale, di solidarietà sociale per farla uscire da quella condizione di povertà”. Per Soddu, però, occorre che il mondo politico faccia delle scelte. “Occorre definire percorsi chiari - ha concluso Soddu -, fissare scadenze, individuare risorse dedicate”.