5 gennaio 2017 ore: 11:33
Giustizia

Mafia, 33 anni fa la morte di Pippo Fava. Boldrini: "Per i giornalisti strumenti più efficaci di tutela”

La presidente della Camera ricorda il giornalista ucciso dalla mafia. E afferma: “A distanza di tanti anni dall'omicidio sono cambiate le forme delle presenza mafiosa, ma resta immutato il bisogno che contro di esse ci si impegni con la stessa passione ideale”
Giuseppe Fava

ROMA - "La vita e la morte di Pippo Fava, ucciso dalla mafia a Catania 33 anni fa, restano una lezione di straordinaria attualità sull'insostituibile valore civile dell'informazione". Lo dice la presidente della Camera, Laura Boldrini, in occasione dell'anniversario dell'uccisione di Pippo Fava. "Fava – aggiunge - credeva che il giornalismo costituisse non solo un antidoto contro la corruzione, la violenza e la criminalità, ma anche uno strumento per tenere alta l'attenzione della giustizia e imporre alla politica il buon governo. Anche grazie alla sua coraggiosa opera di denuncia il Paese ha acquisito maggiore consapevolezza della gravità del fenomeno mafioso: un fenomeno diffuso in tutto il territorio nazionale e capillarmente presente nei settori nevralgici del nostro Paese, al Sud come al Nord, che pone un'odiosa e pesante ipoteca sul futuro, ostacolando non solo lo sviluppo dell'economia ma anche la crescita culturale e civile".

"A distanza di tanti anni dall'omicidio – prosegue la Boldrini - sono cambiate le forme delle presenza mafiosa, ma resta immutato il bisogno che contro di esse ci si impegni con la stessa passione ideale che aveva mosso Pippo Fava. E ai giornalisti che, sulle sue orme, oggi raccontano a proprio rischio storie di malaffare e di degrado sfidando la criminalità organizzata, la buona politica e le istituzioni devono fornire più efficaci strumenti di tutela giuridica". "Mi auguro che in questa legislatura si riesca finalmente a varare un provvedimento sulle cosiddette 'querele temerarie', capace di scoraggiare le esorbitanti richieste di risarcimento troppo spesso avanzate al solo scopo di intimidire l'informazione. Invio il mio affettuoso saluto a Claudio Fava, componente della Camera dei deputati ed erede della battaglia civile del padre", conclude.

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