Mafia capitale, l'Arci: "Siamo di fronte al nuovo sacco di Roma"
ROMA - Una programmazione nazionale, un sistema che faccia capo allo Sprar e la creazione di un albo delle organizzazioni adatte ad offrire servizi di accoglienza. Sono i tre punti cardine individuati dall'Arci di Roma che invita la politica a cambiare registro nei confronti del sistema di accoglienza degli immigrati e richiedenti asilo, a pochi giorni dall'inchiesta romana "Terra di mezzo".
"Gli arresti dei giorni scorsi a Roma - afferma l'Arci della capitale - che gettano un'ombra sinistra sulla capitale e sugli interessi convergenti tra politica, malaffare e pubblica amministrazione, confermano fra l’altro le nostre preoccupazioni sulle periodiche ‘emergenze procurate’ in tema d’accoglienza. L'emergenza impedisce infatti una programmazione e una gestione controllata attraverso i normali canali amministrativi, facendo spesso saltare regole e controlli".
La rinuncia ai bandi pubblici e il conseguente affidamento diretto ad organizzazioni e soggetti new entry privi di competenze specifiche nel settore dell'accoglienza, secondo l'Arci, ha poi fatto il resto contribuendo a determinare l'attuale situazione di emergenza.
Senza dimenticare i soldi pubblici, uno spreco dovuto anche questo all'"agire in emergenza": "L'emergenza - sottolinea l'Arci - oltre ad alimentare un vero e proprio business dell’accoglienza, comporta uno spreco di denaro pubblico insopportabile. Infatti i profughi, una volta usciti da grandi centri dove non sono stati in alcun modo seguiti, devono ricominciare da capo il loro percorso di integrazione. Si buttano via quindi risorse per strutture inadeguate e con personale incompetente, infischiandosene del danno anche psicologico che ne deriva per gli ospiti, che spesso dopo hanno bisogno di maggiori cure e attenzioni e di un periodo di accoglienza più lungo.
Insomma l’agire in ‘emergenza’, con il ricorso a grandi strutture, senza controlli, con soggetti inadeguati, oltre a facilitare infiltrazioni di ogni tipo, avvelena le relazioni e appesantisce il già difficile carico di ingiustizie che i rifugiati si portano dietro".
E'ancora possibile trovare una soluzione adeguata al problema dell'accoglienza degli immigrati e richiedenti asilo? Quanto tempo bisognerà aspettare ancora perché si decida di cambiare registro? Ora la palla passa al Governo e al Ministero dell'Interno, secondo l'Arci romana i maggiori responsabili di questa situazione. "Questo metodo produce spesso un impatto negativo col territorio e le comunità locali, che possono sfociare in violenze strumentalizzate dalla destra xenofoba che alimenta il razzismo".