13 luglio 2016 ore: 15:01
Giustizia

Mafie. Beni confiscati, Acri: sì a un ente pubblico per la loro gestione

Un ente pubblico economico che subentri all'Anbsc (Agenzia nazionale per amministrazione e destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata), con più competenze e responsabilità, che abbia sede a Roma e con un Cda di nomina pubblica. E'm la proposta elaborata a seguito di uno studio a cura della Fondazione Con il Sud
Beni confiscati alle mafie. Cancello con lucchetto

Un ente pubblico economico che subentri all'Anbsc (Agenzia nazionale per amministrazione e destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata), con più competenze e responsabilità, che abbia sede a Roma e con un Cda di nomina pubblica; gestione dello stock di risorse derivanti da sequestri e confische ad opera dello stesso ente. È questa la proposta presentata questa mattina presso la sede dell'Acri a Roma elaborata a seguito di uno studio a cura della Fondazione Con il Sud insieme alle fondazioni, Cariplo, Cariparo, Sicilia, Monte di Bologna e Ravenna, da cui sono emerse le criticità e le difficoltà di riutilizzo degli oltre 23 mila immobili confiscati alle mafie, di elaborazione e comunicazione dei dati in merito e della gestione delle risorse confluite nel Fondo unico di giustizia (Fug).

Per quel che riguarda gli immobili, la proposta prevede invece il comodato d'uso gratuito a organizzazioni del terzo settore per finalità sociali o imprenditoriali non profit con meccanismi di evidenza pubblica; concessione non onerosa a Comuni per attività di rilevanza sociale; utilizzazione per scopi istituzionali mediante avviso pubblico. Una "possibile e auspicata revisione della materia", per il presidente dell'Acri e della Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti, resa necessaria "perche' riteniamo che l'attuale meccanismo di gestione non regga più".
"Insieme alle organizzazioni non profit- ha concluso- possiamo fare molto di più. Grazie a una normativa che consenta procedure più semplici". (DIRE)

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