7 novembre 2014 ore: 15:30
Giustizia

Mafie, in un anno sequestrati 10.800 beni. Da Unicredit un aiuto per la gestione

Contributo di Unicredit Foundation da 1,2 milioni di euro. Sono andati a 10 progetti in Sicilia, Calabria, Campania, Lazio, Emilia Romagna e Piemonte. Carrara, presidente della Fondazione: "Il nostro obiettivo è dimostrare che i beni confiscati sono una grande risorsa per la collettività"
Beni confiscati: casa sotto sequestro

MILANO - Per gestire i beni confiscati alle mafie, il terzo settore ha bisogno di soldi. E un contributo è arrivato nell'ultimo anno e mezzo da Unicredit Foundation. Dal 2013 ha infatti stanziato 1,2 milioni di euro, per sostenere 10 progetti in Sicilia, Calabria, Campania, Lazio, Emilia Romagna e Piemonte. "Il nostro obiettivo è dimostrare che i beni confiscati sono una grande risorsa per la collettività, non solo per il suo valore economico, ma soprattutto per la sua grande valenza civica e sociale", afferma Maurizio Carrara, presidente di Unicredit Foundation, che ha presentato i dati durante il convegno, organizzato dalla fondazione stessa a Milano, su "Fare impresa sociale e buona economia con i beni confiscati alle mafie si può!".

- Nei prossimi mesi Unicredit Foundation stanzierà nuovi finanziamenti per due progetti di riconversione di beni confiscati: per la pizzeria Wall street di Lecco e per la cooperativa Rita Atria di Trapani, che si è vista distruggere gli alberi di ulivo di un terreno che ha in gestione e che prima apparteneva a un boss della mafia.

Dal 1 agosto 2013 al 31 luglio 2014, sono stati sequestrati 10.769 beni (di cui 709 aziende) per un valore di 4,8 miliardi di euro e confiscati 3.513 beni (di cui 161 aziende) per un valore di poco più di 2 miliardi di euro. Complessivamente, tutti i beni confiscati dal 1996 ad oggi, hanno un valore di 13 miliardi di euro. "Sono numeri che dimostrano drammaticamente come la criminalità organizzata riesca ad assumere il controllo delle attività economiche - aggiunge Valeria Fedeli, vice presidente del Senato -. Le mafie hanno una dimensione transnazionale e sono in grado di distorcere i meccanismi di funzionamento del mercato".
Per il presidente di Unicredit, Giuseppe Vita, "è necessario accorciare i tempi delle confische". Inoltre, "la sfida ormai è europea e dobbiamo fare tutti uno sforzo per coordinare gli interventi". (dp)

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