Mamma per un giorno di un bimbo autistico: "Ci vuole forza per restare uniti"
BOLOGNA - Un’intera giornata in compagnia di un bambino autistico, sostituendosi a mamma e papà. È l’iniziativa “Genitori per un giorno”, organizzata dall’Angsa, Associazione nazionale genitori di soggetti autistici, che ha preso il via il 4 ottobre a Bologna e proseguirà ogni sabato. “I prossimi ad adottare un bimbo saranno il consigliere comunale di Bologna Cathy La Torre e quello di Casalecchio di Reno Mattia Baglieri. – racconta Marialba Corona, presidente di Angsa Bologna – In questo modo vogliamo sensibilizzare e far comprendere a chi non vive questa realtà, le tante difficoltà che queste famiglie affrontano”.
La prima ad aver aderito all’iniziativa è stata Laura Branca, blogger dell’associazione bolognanidi, che ha trascorso sabato 4 ottobre in compagnia di Diego, un bambino di 8 anni, e della sua famiglia. “Non avevo mai incontrato un bambino autistico e sapevo poco di questa sindrome – racconta Laura – È stata un’esperienza molto bella e molto faticosa. Quando sono tornata a casa la sera ero davvero distrutta”. La sua giornata è cominciata presto, alle 10 era già nella cucina della casa di Diego a prendere un caffè in compagnia della mamma e dell’altro figlio di 9 anni. “Quando sono arrivata Diego era in camera a giocare, – dice Laura – ho preferito evitare di andare subito da lui”. Dopo qualche minuto il bimbo è entrato in cucina e ha notato la presenza di Laura. Non si è scomposto ed è corso verso il frigorifero per prendere uno yogurt. “Quando è uscito dalla cucina sono andata con lui in camera e ho tentato un primo approccio. Ma è stato del tutto inutile. Era seduto su una poltroncina con un telefono in mano e faceva scorrere delle immagini. Non era per nulla interessato a giocare con me”.
Una camera ordinata in cui tutto è chiuso e ha un suo posto preciso, così come la casa. Durante tutta la mattina Diego pronuncia parole che a Laura sembrano non avere un senso, in realtà sono pezzi di brani musicali. “A lui piace molto la musica, in particolare Ligabue. All’inizio non capivo cosa volesse dire con tutte quelle parole, anche perché cambiava spesso il tono della voce. Era come una radio che cambia stazione di continuo”. Lentamente Diego si abitua alla presenza di Laura e inizia a interagire con lei, e lo fa grazie alle foto sul telefonino della ragazza. Poi però arriva il momento di uscire a fare la spesa e tutto contento corre a cambiarsi. Al supermercato c'è chi guarda con aria di disappunto il bambino di 8 anni seduto nel carrello della spesa. Occhi di un azzurro intenso e un aspetto normale, stridono con i comportamenti che spesso Diego ha quando vanno in giro. “Roberta, la mamma di Diego, mi ha raccontato – dice Laura – che un giorno Diego le ha tirato un pugno per strada e molti si sono fermati a guardarli con aria perplessa”.
È una battaglia continua per i genitori che cercano in ogni modo di stare vicino al loro piccolo bimbo “speciale”. Roberta e Giosuè hanno un impiego pubblico sicuro e grazie ai turni riescono a gestire le attività dei bambini non facendogli mancare nulla. “Diego ha bisogno sempre di qualcuno vicino che non solo gli spieghi le cose ma che sia in grado di insegnargli i comportamenti da tenere. A scuola ha un’insegnante che lo segue, mentre a casa oltre ai genitori, Diego è seguito da una ragazza che aiuta Roberta e Giosuè nella sua educazione”. Mille occhi non bastano per stare attenti a tutto ciò che fa Diego e a fine giornata si arriva distrutti. “Tutta la famiglia è concentrata sul piccolo Diego – racconta Laura – ma la cosa bella è che con tutte le difficoltà che hanno sono delle persone allegre. Ci vuole una gran forza per restare uniti”. A fine giornata, Diego rivolge un ultimo sguardo a Laura poco prima che torni a casa: “Mi ha salutata con un sorriso è stata la cosa più bella di tutta la giornata”. (dino collazzo)