Mani "sporche di sangue" sotto il Viminale. Protesta contro le morti in mare
ROMA - Con le mani tinte di rosso, “sporche di sangue”, una cinquantina di persone, tra cittadini e rappresentanti della società civile hanno manifestato questo pomeriggio davanti al Viminale in segno di protesta contro le “sempre più disumane” scelte politiche del Governo italiano per fermare i flussi verso l'Europa. La convocazione dell'iniziativa nonviolenta, che richiama il Duran Adam dei manifestanti turchi in piazza Taksim nel 2013 contro il governo, si è raccolta intorno a un semplice dato di fatto: "Nel 2018 sono morte nel Mediterraneo circa 1500 persone. Oltre 500 lasciate morire solo nell'ultimo mese. Questa è l'unica verità in mezzo a tante menzogne. Non vogliamo essere complici di questa strage di Stato", spiegano i manifestanti.
Tra loro Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani e deputato di +Europa, Antonella Soldo e Silvja Manzi, presidente e tesoriera del movimento.
"Le immagini diffuse ieri rappresentano solo una delle migliaia di testimonianze dell'orrore che si consuma nel Mediterraneo e in Libia: soccorsi ostacolati, punti d'approdo negati, donne, uomini e bambini tenuti in ostaggio in condizioni di salute precarie o rispediti nei centri di detenzione libici. E sempre più morti in mare – dichiarano - A tutto ciò rispondiamo con un presidio nonviolento e promuovendo, con un ampia rete di organizzazioni, l'iniziativa dei cittadini europei Welcoming Europe per fermare la criminalizzazione dell'aiuto umanitario, creare canali legali e sicuri in Europa e mettere fine alle violazioni e agli abusi alle frontiere. Alla chiusura del fronte nazionalista - a cui sembra essere così devoto il titolare del Viminale - opponiamo uno strumento democratico di cittadinanza europea. Che questo messaggio arrivi forte e diretto con l'immagine delle nostre mani tinte di rosso come il sangue delle migliaia di migranti inghiottiti nel Mediterraneo o torturati nelle carceri libiche".
In piazza anche Filippo Miraglia, vicepresidente di Arci, Carlo Stasolla di associazione 21 luglio e Mina Welby: “Qualche hanno fa alla fine di un incontro Salvini è venuto verso di me per darmi un bacio - sottolinea Welby -. Oggi vorrei potergli ridare quel bacio per dirgli che sta sbagliando, non si governano i flussi lasciando morire le persone”. (Ec)