Manichini disabili in vetrina, Garlaschelli: ''Giusto scegliere un luogo della quotidianità''
ROMA – Si chiama “Nessuno è perfetto. Avvicinatevi” e lancia la sfida di mettere la disabilità “in vetrina”: è l’originale campagna di sensibilizzazione ideata dall’associazione svizzera “Pro infirmis”. Lanciata nei giorni scorsi, in occasione della Giornata Onu sui diritti delle persone con disabilità, l’iniziativa ha portato nelle vetrine di una delle più luccicanti strade di Zurigo (la Bahnhofstrasse) manichini con disabilità. Forme imperfette, incomplete, insolite, che prendono ispirazione da cinque persone disabili note al pubblico svizzero: Jasmin Rechsteiner, Miss Handicap 2010, Alex Oberholzer, presentatore radiofonico e critico cinematografico, Urs Kolly, atleta, Nadja Schmid, blogger, ed Erwin Aljukic, attore.
I loro corpi “diversi” hanno fatto da modello per la realizzazione dei manichini: così, uno ha la colonna vertebrale storta, uno ha gli arti deformati, un altro ancora ha una gamba soltanto… La comparsa di questi manichini accanto agli altri, in una via tanto prestigiosa e particolarmente sfarzosa nella stagione natalizia, “vuole essere un richiamo forte all’inclusione delle persona con disabilità”, spiega Mark Zumbühl, membro della direzione di Pro Infirmis – “Per questo, abbiamo scelto per la campagna persone con handicap fisici ben visibili”.
Tutta la fase di lavorazione, dalla realizzazione dei manichini fino al loro posizionamento nelle vetrine, è stata ripresa e documentata in un cortometraggio dal regista Alain Gsponer: “Per me è stato un momento molto particolare vedere per la prima volta il mio corpo trasposto in un manichino”, racconta Jasmin Rechsteiner nel video che, pubblicato su YouTube e condiviso sui social network, “ha totalizzato in una settimana oltre 4 milioni di visualizzazioni”, riferisce Zumbühl. “Oltre 1.500 i commenti ricevuti solo su YouTube – aggiunge – in grandissima parte positivi”.
Naturalmente, il video ha varcato i confini svizzeri e, rapidamente come la rete permette, ha raggiunto anche tanti italiani. Tra questi, la scrittrice Barbara Garlaschelli, finalista al premi Strega nel 2010, sulla sedia a rotelle da quando aveva 16 anni. “Penso che sia un’idea molto intelligente. – ci dice – Tanto la campagna quanto il video hanno il merito di non essere patetici, non toccare il tasto della becera commozione. E’ giusto che sia stato scelto un luogo della quotidianità, come un grande magazzino, per lanciare questo messaggio: la disabilità e le sue forme non devono essere messe in museo, ma nei luoghi della normalità”.
Alla finzione di sensibilizzazione si aggiunge però anche il valore dell’esperienza vissuta dalle persone disabili che hanno fatto da modelli: “E’ stato bello vedere come chi ha presto il proprio corpo poi toccasse e abbracciasse il proprio. Il rapporto con la corporeità è molto complesso per tutti, ma spesso di più per chi ha una disabilità visibile. Non è facile guardarsi allo specchio e viversi serenamente. E’ una questione importantissima, questa, che generalmente viene trascurata. E’ ora di dire con forza che la bellezza ha tante declinazioni. Come prova a fare anche questa campagna”. Sarebbe piaciuto anche a lei ‘posare’ per la campagna? “Moltissimo: così come vorrei tanto che qualcuno mi chiamasse a far da modella in una sfilata. Una sfilata normale, però, non solo per modelle disabili. Perché questa sì che sarebbe integrazione Anche rispetto alla campagna di Pro Infirmis, la conquista sarebbe che questi manichini entrassero nella normalità e non solo nella celebrazione di un giorno o di un periodo limitato”. (cl)