Manzione: il Terzo settore non è solo Mafia capitale
"Nella parte iniziale, d'altronde le cronache se ne sono interessate, non nego che ci siano stati degli interessi che si sono scatenati in parte intorno al fenomeno migratorio, pero' su questi temi c'e' anche la voglia di generalizzare, c'e' una cattiva comunicazione politica ma anche una cattiva comunicazione tout cour, che dimentica tutta la parte buona. Quindi quello che emerge e' solo Mafia Capitale, ma il terzo settore non e' Mafia Capitale, il terzo settore e' fatto da persone che molto spesso ci rimettono in proprio per fare questo tipo di attivita'". Lo ha detto il sottosegretario al
ministero dell'Interno, Domenico Manzione, intervenendo al
Senato alla presentazione del corso di formazione rivolto ai
medici 'Salute e migrazione: curare e prendersi cura',
organizzato da Ois-Osservatorio internazionale per la salute e
sostenuto da Consulcesi Onlus.
"Questo e' un tipo di attivita' che, se gestita attraverso la perfetta compenetrazione tra l'ente locale e gli agenti del terzo settore- ha proseguito Manzione- diventa fonte di ricchezza per il territorio e diventa fonte di ricchezza culturale per l'apprestarsi di nuove professionalita' che fino a ieri erano del tutto sconosciute nel nostro Paese. E in molte di queste professionalita' e in molti dei Paesi del sud, dove il tasso di disoccupazione soprattutto delle giovani leve e' molto elevato, vanno a investire le persone piu' giovani. Quindi evidentemente c'e' a raggiera una serie di fenomeni positivi che noi molto spesso, attraverso la comunicazione politica, ci limitiamo a descrivere con Mafia Capitale. Il che, francamente, e' veramente mortificante".
Dopo Mafia Capitale, dunque, si puo' iniziare a parlare non solo di business ma anche di un'economia positiva attorno al tema della migrazione? "Assolutamente si'- ha risposto il sottosegretario all'Interno- Intanto per esempio il Pil significativamente maggiore che la Germania ha fatto nei mesi scorsi rispetto al nostro Paese e' legato per la piu' gran parte all'immigrazione e a tutte le attivita' che sono ovviamente conseguite non solo al tentativo di stabilire se persone hanno o meno il diritto d'asilo, ma anche a tentarne in qualche modo l'integrazione".
La stessa cosa, secondo Manzione, vale per il nostro Paese: "C'e' una scelta a monte che noi abbiamo fatto- ha spiegato- noi abbiamo un modello che non si autoalimenta, noi abbiamo un capitolo, ma i soldi per l'immigrazione ce li mette sostanzialmente il Mef e in parte anche l'Europa perche' ha una serie di fondi strutturali che sono destinati sia al fenomeno migratorio sia soprattutto all'integrazione. Il metodo che noi abbiamo scelto non e' quello puramente pubblicistico: vorremo utilizzare solo strutture pubbliche e solo dipendenti pubblici, questo pero' significherebbe non solo un impegno economico molto significativo ma anche una strutturazione del tipo di costo, cioe' dovremmo assumere un certo numero di persone che si occupa integralmente di tutto questo fenomeno. Ma la scelta che e' stata fatta in questo Paese, ormai da molto tempo, e' una di congiunzione pubblico-privato, che privilegia l'accoglienza diffusa e una responsabilizzazione della territorialita', perche' e' sul territorio poi che va fatta l'integrazione".
In questo sistema misto, intanto, noi abbiamo i dati "e quindi non si tratta di una mia considerazione- ha sottolineato ancora il sottosegretario all'Interno- allora i dati sono questi: noi abbiamo presenti sul territorio nazionale regolarmente soggiornanti circa il 9% degli stranieri, diciamo oltre i 5 milioni di persone presenti: queste 5 milioni di persone lavorano, fanno impresa sul nostro territorio e secondo dati ufficiali, non miei ne' del ministero dell'Interno, producono ricchezza che viene versata alle casse attraverso i versamenti contributivi e le tasse. E alla fine sono in credito con lo stato italiano, nel senso che quello che danno e' per svariati miliardi molto di piu' rispetto a quello che ricevono indietro. È chiaro che la strada che ci viene indicata e' piuttosto nitida- ha concluso Manzione- ed e' quella dell'integrazione diffusa, perche' l'integrazione produce ricchezza".
(DIRE)