23 settembre 2022 ore: 15:40
Società

Marocco, la campagna pro-aborto dei movimenti dopo la morte della giovane Meriem

In Marocco la morte di una ragazza di 14 anni dovuta alle complicanze occorse durante un aborto clandestino, tentato dalla giovane dopo una violenza sessuale, ha scatenato un'ondata di indignazione...

ROMA - In Marocco la morte di una ragazza di 14 anni dovuta alle complicanze occorse durante un aborto clandestino, tentato dalla giovane dopo una violenza sessuale, ha scatenato un'ondata di indignazione online e spinto diverse organizzazioni a lanciare una campagna per richiedere la depenalizzazione dell'interruzione di gravidanza in alcune circostanze.

L'aborto è proibito dal codice penale marocchino con condanne fino a cinque anni di carcere, nonostante negli ultimi anni ci siano stati diversi appelli a modificare questo assetto normativo. Per la legge marocchina l'unica condizione che giustifica un aborto è il serio rischio di vita per la madre, previo comunque il consenso del marito, tranne alcuni rari casi in cui il parere del coniuge non è necessario. Secondo l'Association Marocaine de Lutte contre l'Avortement Clandestin (Amloc), ogni anno nel Paese si effettuano fra le 600 e le 800 interruzioni di gravidanza clandestine, spesso in condizioni sanitarie del tutto inadeguate.

Da giorni numerosi utenti social marocchini rilanciano l'immagine di una goccia rossa di sangue e di un nome, diventato ormai un hasthag: Meriem. E' questo infatti il nome della giovane di 14 la cui morte ha dato il via alla protesta. La ragazza è morta a inizio settembre a causa di un'emorragia provocata da un aborto clandestino nella città di Midelt, capoluogo dell'omonima provincia centro-orientale. La giovane era rimasta incinta dopo aver subito una violenza sessuale da un uomo 11 anni più grande, stando alle ricostruzioni fornite da diverse ong locali.

L'organizzazione Collectif 490 (Hors la loi) ha indetto in settimana un "lutto nazionale" sui social media per ricordare la ragazza ma anche per rilanciare le richieste di una riforma del codice penale. Questo punto è incluso anche in una petizione lanciata sulla piattaforma internazionale Change.org, che è stata già firmata da centinaia di persone. Nella mozione si chiede la depenalizzazione dell'aborto e l'istituzione di una regolamentazione in linea con i parametri stabiliti a riguardo dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms).

(DIRE)
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