Maroni, Toti, Zaia a Minniti: "Campi profughi e respingimenti, sennò i Cie sono inutili"
ROMA - “Bisogna fare quello che avevamo fatto nel 2011 quando ci fu la primavera araba: campi profughi e respingimenti, per prevenire, per non farli piu’ venire. Rimpatri per dare il messaggio ‘se tu vieni, ti rimando indietro’. Allora, e solo allora si puo’ pensare ai Cie”. Lo dice il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni in conferenza stampa alla Camera con Luca Zaia a Giovanni Toti.
“A cosa serve un Cie da 100 posti se non si fa tutto quello che c’e’ da fare prima e dopo? Non possiamo piu’ accettare che qualcuno da Roma ci mandi i clandestini facendo accordi con Anci. E poi dicono che e’ anche colpa delle regioni che non accolgono. Questo sistema deve finire”, aggiunge Maroni. La conferenza stampa precede l’incontro tra i presidenti delle Regioni e il ministro dell’Interno Marco Minniti.
“La situazione di oggi e’ ancora piu’ drammatica della fine dello scorso anno”, dice Maroni. Presenti anche il segretario della Lega Nord Matteo Salvini. Anche Giorgia Meloni si e’ affacciata per qualche minuto alla conferenza stampa. “Nel 2016- aggiunge Maroni- sono sbarcati 181mila immigrati. Il 18 per cento in piu’ rispetto al 2015. E nel 2017, nei primi dodici giorni, sono sbarcati 729 immigrati, il triplo rispetto allo scorso periodo dello scorso anno. Sono numeri straordinariamente elevati, drammatici. Noi poniamo l’esigenza di prevenire gli sbarchi e di rimandare indietro chi non ha diritto di restare. E per questo esprimiamo una posizione comune, molto precisa, netta e risolutiva”.
“Noi non siamo disponibili a provvedimenti a senso unico, a provvedimenti bandiera, a cerotti o men che meno a cambiali in bianco. Se i punti che il centrodestra ha messo nella carta di Genova per l’immigrazione verranno recepiti dal governo, noi siamo disponibili. I singoli provvedimenti” annunciati dal governo “fino ad adesso non sono risolutivi del problema”, commenta Toti.
"Noi proponiamo di risolvere il problema a monte, come faceva Maroni quando era ministro degli interni", spiega Luca Zaia, presidente della regione Veneto, alla conferenza stampa. "Una cosa e' certa: noi cambiali in bianco non ne firmiamo piu' per nessuno. Ci chiediamo: questo governo ha accordi internazionali per i rimpatri? Perche' quella e' la condizione sine qua non per risolvere il problema. A noi non risulta che abbia accordi", prosegue Zaia. Il presidente del Veneto osserva poi che "il Cie ha senso di esistere in una catena di provvedimenti che fa si' che se non riesci a bloccare gli arrivi, l'irridubicile lo blocchi e lo rimandi a casa. Ma in questo momento abbiamo la sensazione che ci siano tante dichiarazionie e pochi fatti. La misura e' colma". Nei rapporti col governo "le perplessita' sono molte. La cosa che mi fa piu' incazzare- conclude Zaia- e' che il ricorso dei migranti li paghiamo noi, non le associazioni, non i migranti. Col risultato finale che paghiamo e intasiamo le Corti di appello". (DIRE)
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