Martone: ''Non saranno cinque anni da buttare. Si può fare una buona opposizione, lavorando ‘dentro’ e fuori''
E adesso?
"Continuerò a occuparmi dei temi che mi sono più vicini e sui quali, tra l'altro, ho costruito anche la campagna elettorale in Liguria: qualità della vita, cittadinanza attiva, la globalizzazione dei diritti. Non sono d'accordo con chi dice che i prossimi cinque anni di legislatura saranno da buttare: credo ci siano tutte le premesse per fare una buona opposizione".
Quando hai scelto di candidarti?
"Non l'ho scelto, anche se era una prospettiva su cui stavo meditando da tempo con alcuni amici, dopo 13 anni e più di militanza. La proposta della candidatura è arrivata a marzo da Grazia Francescato al vertice G7 sull'ambiente. Prima si è parlato di una candidatura sul proporzionale per la Camera, poi alla fine è spuntata la prospettiva del Senato".
Tu non sei ligure, perché ti sei presentato a Genova e nel Tigullio (collegio 5)?
"Credo che si volesse dare un segnale di attenzione a tutta la società civile che si sta muovendo attorno ai temi del vertice dei G8. Io ha accettato anche perché volevo verificare che, se si vuole, chiunque può entrare nel grande meccanismo elettorale, anche con due lire, e poi la grande vittoria è stata portare il confronto sui temi e dimostrare come i temi locali, anche quelli piccoli di un minuscolo paese dell'entroterra ligure, possono essere ricollocati in un orizzonte globale".
E com'è andata?
"Sono riuscito a parlare con tutti e ho avuto circa 70 mila preferenze, il 37,8 per cento".
Programmi per il Senato?
"La speranza è di riuscire a entrare nella Commissione esteri e lì occuparmi appunto di debito estero, di foreste e ambiente e di diritti dei popoli. Qualche idea ce l'ho già e vorrei occuparmi di 4 Paesi in particolare: Ecuador (ero lì un anno fa quando c'è stata la sollevazione degli indigeni, esempio di una mobilitazione pacifica e autorevole), Nigeria (su cui sono forti gli interessi dell'Eni-Agip), Indonesia e Birmania. E poi vorrei continuare a coniugare locale e globale: cercherò per esempio di promuovere, in alcuni comuni semi-abbandonati dell'entroterra ligure, una sorta di welfare dal basso, che punti su creatività e agricoltura biologica di qualità, magari facendo leva su alcuni fondi strutturali dell'Unione Europea. In questa costruzione 'dal basso', alcune esperienze popolari che vengono dall'Equador possono far scuola anche da noi".
Tu hai fatto anche il lobbista per Greenpeace a Bruxelles. Cosa vuol dire ora essere entrato nel palazzo del potere?
"Cosa significa essere dentro? A Trieste, in marzo al vertice del G7 sull'ambiente ero 'dentro' a dire ai grandi le nostre richieste di società civile, e poi ero fuori con i manifestanti. Ecco, credo che bisognerà fare un lavoro di rete, dentro e fuori".
In quale gruppo parlamentare entrerai?
"Se riusciremo a costituirlo, occorrono 10 senatori e per il momento siamo solo in 9, nel gruppo dei Verdi".
Non temi di essere risucchiato dalle lotte interne che in questo momento travagliano i Verdi?
"No, ho avuto garanzie da Grazia Francescato che non sarò preso dentro le beghe partitiche. D'altra parte credo anche che si rendano ben conto che, se invitano la società civile a giocare un ruolo di responsabilità, non possono poi 'bruciarla' nelle lotte interne".
Sarai a Genova per il G8?
"Sì certo, tra l'altro Genova adesso è il mio collegio. Cercherò di costituire un comitato di parlamentari che segua le manifestazioni di pi