29 ottobre 2013 ore: 12:35
Economia

Maternità e lavoro, ''inconciliabili quando il contesto è molto competitivo''

Ne è convinto quasi la metà del campione (dipendenti presso grandi aziende) di uno studio de La Sapienza di Roma. Chi aspetta un bambino è ancora esposto al rischio di discriminazione sul posto di lavoro. Per il 90% gravidanza e maternità non incidono negativamente sulle capacità produttive
Maternità e lavoro: ombra di donna incinta

Maternità e lavoro: ombra di nonna incinta

ROMA - Nel 2012 “Yahoo!” – con un fatturato di 5 miliardi di dollari e 14mila dipendenti – ha assunto Marissa Mayer (classe 1975), al sesto mese di gravidanza, come amministratore delegato negli Stati Uniti. Il commento dei membri del Consiglio di amministrazione? “La gravidanza non ha cambiato la nostra opinione sulla Mayer, scelta per le considerazioni che devono essere fatte nella selezione di un amministratore”. “Non c’è stato nessun pregiudizio nei suoi confronti”, fa notare Flaviano Moscarini, docente di diritto ed economia delle attività produttive a “La Sapienza – Università di Roma”, curatore della ricerca “L’impatto della gravidanza e della maternità sulle donne lavoratrici dipendenti, sui colleghi di lavoro e sulle organizzazioni di appartenenza”. L’indagine è stata presentata stamattina presso il Cnr, durante il convegno “Donna, salute e lavoro”.

boxTramite la somministrazione di un questionario a un campione di oltre 3.700 persone, dipendenti presso grandi aziende, sono state raccolte finora le risposte di 678 persone in 16 ore lavorative, di cui 364 uomini (pari al 54%, di cui 291 – l’81% – con figli) e 314 donne, di cui 245 con figli (217 delle quali hanno lavorato durante la gravidanza. Ben 660 sono dipendenti con contratto a tempo indeterminato, “quindi senza problemi legati alla precarietà”, ha commentato Moscarini. Bisogna precisare che i dati emersi “sono preliminari”, anticipazioni di uno studio ancora in fieri.

Qual è la loro percezione della relazione tra livello di produttività sul lavoro e gravidanza/maternità? Il 90% degli intervistati pensa che la gravidanza e la maternità non possano incidere negativamente sulle capacità produttive della lavoratrice, “quindi non fanno paura”. Ma il 78% ritiene che la maternità limiti “abbastanza” o “molto” le opportunità di carriera di una donna (per il 20%, “poco” o “per niente”): ne sono convinti soprattutto le persone con meno di 46 anni, “neo-assunti che temono questo rischio. Sarebbe importante lavorare per abbassare l’età media della prima gravidanza”. E ben il 49% pensa che “non sia possibile conciliare carriera e maternità quando il contesto è molto competitivo. Anche in questo caso le persone con meno di 35 anni sono maggiormente convinte dei limiti derivanti dalla maternità”. Ma non si rinuncia in partenza alla maternità per fare carriera (97%), tuttavia viene posticipata in favore della carriera (35%).

E le donne lavoratrici in gravidanza sono a rischio discriminazione? Chi aspetta un bambino è ancora esposto al rischio di discriminazione sul posto di lavoro per circa la metà del campione. Il diretto superiore ha reagito con “indifferenzza” nel 39% dei casi alla notizia di una gravidanza e il 6% con ostilità. I superiori, prima del congedo di maternità di cinque mesi, non ha coinvolto la lavoratrice sulle decisioni relative alla sua posizione in azienda in sua assenza (nel 49% dei casi). E nel 34% dei casi è stata negata l’assegnazione di alcuni compiti proprio mentre la lavoratrice era incinta. (lab)

 

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