12 febbraio 2015 ore: 13:38
Disabilità

Maturità, protesta l’Unione ciechi: "Sul sito del ministero decreto in formato inaccessibile"

Sul sito web del ministero dell’Istruzione il decreto che individua le materie della seconda prova degli esami di maturità è pubblicato in formato inaccessibile: è l’ennesimo episodio del genere. Barbuto al ministro Giannini: “Dovete rispettare la legge e il buon senso”
. Scuola, educazione: esami di maturità

Esami di maturità

ROMA – Il ministero dell’Istruzione pubblica il decreto con le materie della seconda prova degli esami di maturità sul proprio sito web ma in formato digitale inaccessibile e l’Unione ciechi e ipovedenti – che da tempo segnala casi simili chiedendo di fare maggiore attenzione e di rispettare la legge che garantisce, almeno sulla carta, l’accessibilità - si arrabbia con il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini. Con una lettera, inviata alla titolare del dicastero di viale Trastevere, ma anche ai sottosegretari Davide Faraone e Gabriele Toccafondi, al capo dipartimento Sabrina Bono e al direttore generale dell’Agenzia per l’Italia Digitale, Alessandra Poggiani, il presidente nazionale dell’Uic Mario Barbuto chiede “che l’Amministrazione Scolastica nel suo complesso si attenga al quadro normativo vigente, garantendo a tutte le persone con disabilità, e, nella fattispecie, agli alunni, agli studenti, ai docenti, ai dipendenti addetti ai servizi ATA, e ai dirigenti scolastici con disabilità visiva, l’accesso ai sistemi e alle tecnologie digitali di informazione e comunicazione, su base di uguaglianza”.

“In particolare – scrive Barbuto - chiediamo che siano individuate e poste in essere misure ed azioni, idonee a rimuovere quelle che, per tutti coloro che rappresentiamo, costituiscono vere e proprie barriere tecnologiche, ovvero: la pubblicazione web di atti in solo formato immagine; la distribuzione offline e online, di testi, materiali e contributi didattici solo parzialmente fruibili; l’adozione di applicativi e di sistemi per la tenuta dei registri scolastici, la cui usabilità, attraverso le strumentazioni dedicate, è bassa o nulla; la diffusione di strumenti, come le lavagne interattive multimediali, non gestibili attraverso screen reader”.

Quello del decreto ministeriale 29 gennaio 2015, n. 39 (che individua le materie oggetto della seconda prova scritta negli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria di secondo grado) non è il primo caso di pubblicazione in formato digitale inaccessibile attraverso tecnologie assistive. “Con note formali – spiega Barbuto-, con interventi ai tavoli dell’Osservatorio permanente per l’inclusione degli alunni con disabilità, in occasione di colloqui riservati, abbiamo più volte richiamato l’attenzione ministeriale sulla necessità che i materiali e i sistemi digitali, introdotti nella scuola allo scopo di innovare la didattica, semplificare le procedure amministrative, favorire le comunicazioni e formare il personale dipendente, siano accessibili a tutti gli utilizzatori finali, nessuno escluso”. “Come Unione – dice - siamo convinti che le nuove tecnologie rappresentino un formidabile strumento di conoscenza e di partecipazione e, per questo, abbiamo fatto e facciamo il possibile, perché chiunque, soffra di gravi disturbi visivi o sia affetto da cecità, acquisisca e sviluppi adeguate competenze digitali: non possiamo, in alcun modo, accettare che l’informatizzazione degli ambienti di apprendimento, e degli ambiti ad essi connessi, invece che fattore di crescita e di inclusione, sia causa di disagio e di marginalizzazione”.

“Come Istituzione dello Stato, che ha, peraltro, il compito di favorire il superamento dei divari culturali, educativi e formativi da parte di tutti e, in special modo, di quanti si trovano in condizioni di svantaggio, e come datore di lavoro, l’Amministrazione Scolastica è obbligata, nella sua interezza, ad organizzare, acquistare, commissionare ed adottare materiali digitali e servizi telematici, il cui utilizzo sia consentito a tutti, nessuno escluso. Pertanto, in mancanza di interventi che assicurino l’accessibilità dei materiali digitali e delle reti telematiche in uso nelle scuole, ci vedremo costretti ad azioni di tutela”.

“Oltre che comportare responsabilità dirigenziale e disciplinare –conclude il Presidente nazionale Uic-, l’inosservanza delle disposizioni della legge n. 4/2004 e delle ulteriori norme sopra citate è, di fatti, perseguibile ai sensi della legge 1° marzo 2006, n. 67, recante misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni, nonché ai sensi del decreto legislativo 9 luglio 2003,  n. 216, di attuazione della direttiva 2000/78/CE per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro”. “Restiamo in attesa – conclude la missiva - con la speranza che il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca voglia porre rimedio quanto prima alla segnalazione e si possa arrivare a pubblicare on line atti e documenti accessibili a tutti, così come la legge – e il buon senso – richiede”. (ska)

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