3 settembre 2024 ore: 14:52
Immigrazione

Mediterraneo centrale, Unhcr: ad agosto +7% di arrivi rispetto al mese precedente

Sono circa 8mila le persone sbarcate sulle coste italiane il mese scorso. La Libia è stata il primo Paese di partenza, con il 70% circa di tutti gli arrivi via mare in Italia. “Rafforzare i meccanismi di ricerca e soccorso in mare”
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ROMA - Sono circa 8mila le persone sbarcate sulle coste Italiane nel mese di agosto, dato che rappresenta un incremento di circa il 7% rispetto al mese precedente (7.465). Tra gennaio e giugno gli arrivi erano stati, rispettivamente: 2.258, 2.301, 6.857, 4.721, 4.976, 4.902. A fare il quadro della situazione una nota dell’Unhcr.

Secondo i dati, le persone arrivate sulle coste italiane ad agosto sono partite da Libia, Tunisia e Turchia. La Libia è stata il primo Paese di partenza, con il 70% circa di tutti gli arrivi via mare in Italia. Circa il 70% delle persone arrivate ad agosto sono sbarcate a Lampedusa. Altri porti di sbarco includono Roccella Ionica, Pozzallo, Ravenna, Genova, Ancona. Da inizio anno, le nazionalità di origine prevalenti sono state: Bangladesh (20%), Siria (16%), Tunisia (14%), Guinea (6%), Egitto (6%), Pakistan (4%), Mali (3%), Sudan (3%), Eritrea (3%) e Gambia (2%).

“Nel mese di agosto sono state riportate tre persone morte ed una dispersa - spiega la nota -, un dato sottostimato poiché basato solo sulle informazioni raccolte dai nostri team agli sbarchi in Italia. Un primo incidente ha coinvolto, il 3 agosto, un’imbarcazione partita da Tajura: risultano due morti e un disperso durante le operazioni di soccorso. Una seconda imbarcazione, partita da Sabratha e soccorsa il 12 agosto, aveva a bordo un uomo già deceduto per l’inalazione di idrocarburi”.

L’Unhcr, inoltre, continua a “sollecitare gli Stati a potenziare risorse e capacità per adempiere efficacemente alle proprie responsabilità - conclude la nota -. In particolare, rinnova il suo appello alla collaborazione per rafforzare i meccanismi di ricerca e soccorso in mare e per promuovere un più ampio accesso a percorsi sicuri e regolari nell’Unione Europea per le persone in cerca di protezione internazionale”. 
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