Memorandum Italia-Libia, “vergognoso rinnovo”. Lo sdegno delle ong
ROMA - Domenica 2 febbraio è previsto il rinnovo, senza modifiche, del memorandum Italia-Libia. Nonostante il 6 novembre scorso, la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, avesse annunciato modifiche, l’accordo stipulato nel 2017, sarà rinnovato alle stesse condizioni per altri 3 anni. Per questo le organizzazioni umanitarie protestano, chiedendo al Governo Conte un atto di coraggio, nel bloccare l’Intesa.
Il memorandum ha “regolato” finora la politica tra i due Paesi in tema di immigrazione, sancendo una stretta collaborazione con la cosiddetta Guardia costiera libica, i cui membri sono stati accusati ripetutamente dalle agenzie Onu di traffico e detenzione di esseri umani. “È lo stesso memorandum che, negli stessi tre anni, tutte le organizzazioni e agenzie internazionali per i diritti umani hanno condannato per il rischio effettivo che rappresenta per la tutela dei diritti delle persone migranti - sottolinea Emergency in una nota -. Come è ormai documentato, in Libia vengono sistematicamente violati i diritti fondamentali di migliaia di persone, detenendole abusivamente e sottoponendole a violenze e torture di ogni tipo. Il racket delle migrazioni, la corruzione e, negli ultimi mesi, l’inasprirsi della guerra escludono nel modo più assoluto che la Libia possa essere considerata il “porto sicuro” in cui rimpatriare i migranti che vengono intercettati in mare dalla guardia costiera”. L’ong ricorda che, dopo le proteste della società civile, lo scorso novembre il governo italiano aveva riconosciuto la necessità di rinegoziare l’accordo costituendo una commissione italo-libica che garantisse la trasparenza dell’operato della guardia costiera e lo svuotamento dei centri di detenzione. “Ma il tavolo è fallito, le autorità libiche non hanno risposto, e l’accordo verrà rinnovato così come è, compresi i finanziamenti di questo sistema disumano. L’Italia dice di aver fatto la sua parte, ma non è così. Non ha mantenuto la promessa di modificare il memorandum rendendo il nostro Paese complice – se non il committente - delle innumerevoli violazioni dei diritti umani perpetrate in Libia”. Emergency condanna il rinnovo di quello che considera un “vergognoso accordo con la Libia” e chiede all’Italia e all’Europa di dare risposte serie e credibili per affrontare ciò che avviene ogni giorno nei luoghi di detenzione libici e nel Mediterraneo. “È necessario ripensare le politiche sull’immigrazione in Italia e in Europa, che non possono essere più delegate a Paesi che violano i diritti umani su mandato. Se vogliamo veramente parlare di cambiamento di rotta, è imprescindibile fare scelte civili forti, per le quali non possiamo più aspettare”.
Campagna #Ioaccolgo: "Il Memorandum va cancellato". “Il governo italiano ha annunciato che il Memorandum con la Libia, firmato nel 2017 d’allora presidente del consiglio Gentiloni e mai ratificato dal Parlamento, sarà rinnovato senza modifiche. Le ragioni di questa scelta risiederebbero nel fatto che è impossibile aprire una trattativa con un ‘governo che non risponde’, come se non si fosse consapevoli che in Libia si sta combattendo una guerra civile e che non ci sono interlocutori istituzionali credibili con cui aprire una trattativa. In un quadro simile, qualsiasi governo serio deciderebbe di sospendere immediatamente l’accordo, mancando l’interlocutore con cui quell’accordo è stato contratto. E invece la Farnesina interviene per dichiarare esattamente l’opposto e cioè che quel Memorandum rappresenta il quadro di riferimento per la collaborazione ancora in atto con la Libia sui temi migratori e che resterà in vigore fino a quando non saranno possibili interventi migliorativi”. Così la Campagna #ioaccolgo, del cui comitato promotore fanno parte quasi tutte le più grandi organizzazioni italiane (A Buon Diritto, Acli, ActionAid, Aoi, Arci, Asgi, Caritas italiana, Casa della Carità, Cefa, Centro Astalli, Cgil, Ciac, Ciai, Cir, Cnca, Comunità di S.Egidio, Conngi, Ero Straniero, EuropAsilo, Famiglie accoglienti – Bologna, Federazione Chiese Evangeliche in Italia - Fcei, Focsiv, Focus Casa dei diritti sociali, Fondazione Finanza Etica, Fondazione Migrantes, Forum Terzo Settore, Gruppo Abele, ICS Trieste, Intersos, Legambiente, LINK-coordinamento universitario, Lunaria, Medici Senza Frontiere, Naim (National Association Intercultural Mediators), Oxfam, Rainbow4Africa, ReCoSol, Refugees Welcome Italia, Rete della Conoscenza, Rete Studenti Medi, SaltaMuri, Save the Children Italia, Senza Confine, UIL, Unione degli studenti, Unione degli universitari, Unire). “Il 2 febbraio, quindi – continua la campagna -, il Memorandum verrà automaticamente rinnovato, nonostante gli impegni a modificarlo assunti tre mesi fa. Si continuerà dunque a finanziare la guardia costiera libica – per lo più formata da quegli stessi trafficanti che si dice di voler fermare – perché riporti i migranti in fuga nei lager dove sono sottoposti a ogni tipo di tortura e dove si può morire a causa dei bombardamenti”.
“Crediamo che l’unica scelta ‘umana’ da compiere subito sarebbe quella di svuotare i lager e trasferire chi vi è trattenuto. Chiediamo dunque l’evacuazione di tutti i migranti trattenuti nei centri libici, l’apertura di corridoi umanitari europei, il ripristino di un’operazione vera di soccorso in mare, un’Italia e un’Europa impegnate nell’accoglienza, il rispetto dei diritti umani fondamentali, a cominciare dal diritto alla vita. Domattina lanceremo un’iniziativa di mail bombing, invitando a inviare in tante e tanti una mail al ai ministri Di Maio e Lamorgese con queste richieste”.
Save the Children: “Inaccettabile rinnovo di accordi con un paese che viola i diritti umani”. Afferma Raffaela Milano, direttrice dei programmi Italia-Europa di Save the Children: “Consideriamo inaccettabile per l’Italia rinnovare gli accordi con un Paese dove permangono e si sono acutizzate, a causa dell’escalation del conflitto, continue violazioni dei diritti umani e dei diritti dell’infanzia”. “Sono numerosi i report delle Nazioni Unite – confermati anche dalle testimonianze dei migranti che riescono a lasciare il paese - che riportano come episodi di violenza, abuso, torture e riduzione in schiavitù siano all’ordine del giorno nei centri di detenzione in Libia, un Paese peraltro in conflitto, verso il quale non vanno in nessun modo sostenuti rimpatri o trasferimenti, inclusi quelli dei minori, a partire da quelli condotti dalla Guardia Costiera libica, finanziata da risorse italiane ed europee”.
“Non è possibile rimanere indifferenti di fronte a quanto sta accadendo e l’Italia ha il dovere di costruire una politica di gestione dei flussi migratori in collaborazione con l’Europa, che metta il tema del rispetto dei diritti umani come priorità e che questo sia il faro nella valutazione del rinnovo di questi accordi”, conclude Raffaela Milano.
Intersos: “Basta rinvii, basta scorciatoie: è il momento di cambiare”. “Chiediamo al Governo e al Parlamento italiano di rispettare l’impegno a cancellare i decreti Salvini e a rilanciare norme e iniziative in grado di garantire il rispetto dei diritti umani e di un'accoglienza dignitosa nel nostro Paese; di superare il Memorandum Italia - Libia e i precedenti accordi con il governo libico, interrompendo i finanziamenti alla guardia costiera libica e ai centri di detenzione, operando per la loro chiusura, e garantendo protezione e tutela dei diritti umani a tutte le persone presenti in Libia, sotto l'egida della comunità internazionale; di istituire un programma efficace di ricerca e salvataggio in mare a livello nazionale ed europeo, insieme a corridoi umanitari e canali di ingresso sicuri e regolari in Italia”. Lo chiede Intersos, “perché siamo ogni giorno sul campo e osserviamo la costante violazione dei diritti umani e il fallimento di una strategia fondata sulla delocalizzazione del dolore e delle responsabilità. Ve lo chiediamo da Tripoli dove i nostri operatori osservano ogni giorno le conseguenze di una tregua che non regge e vedono le bombe esplodere vicino, purtroppo vicino, al centro dove assistiamo minori vulnerabili. Ve lo chiediamo da Roma e dalle altre località dove i nostri operatori curano le ferite della violenza e dell'esclusione sociale sulle donne, sui minori soli e sui lavoratori sfruttati nel settore agricolo”. “La ministra dell'Interno Luciana Lamorgese, in occasione di un intervento alla Camera dello scorso sei novembre, promise una revisione del testo del Memorandum Italia - Libia apportando modifiche per la salvaguardia e maggior tutela dei diritti umani – conclude Intersos -. Ad oggi nessuna modifica è stata apportata al testo dell'accordo, né l'assenza di risposta da parte libica può giustificare la proroga automatica degli accordi. È il momento di scegliere se voltare pagina o diventare corresponsabili della sistematica violazione dei principi fondamentali del diritto umanitario”.
Medici Senza Frontiere: "Disumano ignorare le conseguenze di questi accordi". L'organizzazione chiede alle autorità italiane di non rinnovare l’accordo perché "contribuisce a perpetuare l’esposizione di migranti e rifugiati a violenza, respingimenti, sfruttamento e detenzione arbitraria".“Ignorare le conseguenze di questi accordi è impossibile, oltre che disumano. - spiega Marco Bertotto, responsabile per gli affari umanitari - Anche grazie al supporto dell’Italia, persone innocenti e vulnerabili sono intrappolate in un paese in guerra, costrette a vivere situazioni di pericolo e minaccia o sottoposte a un sistema di detenzione arbitrario e spietato. La maggior parte di coloro che riescono a fuggire vengono sistematicamente intercettati in mare e nuovamente respinti nei centri di detenzione o in circuiti illegali di sfruttamento e violenza. Mentre i più vulnerabili pagano il prezzo più alto, le reti di trafficanti di esseri umani, a terra e in mare, alimentano il loro giro di affari“. "In un momento in cui anche l’Unhcr è stata costretta a ritirarsi dal centro di transito di Tripoli a causa del conflitto, e considerata l’evidente impossibilità di negoziare con le autorità libiche un miglioramento sostanziale di questi accordi, riteniamo indispensabile procedere con la loro immediata cancellazione. Questa vergogna non si può rinnovare”, conclude Msf che lavora in Libia dal 2011 e dal 2016 fornisce cure mediche a rifugiati e migranti lungo le rotte del loro viaggio.
Il prossimo 2 febbraio, giorno del rinnovo automatico, i Radicali italiani saranno a Montecitorio per un sit-in di protesta dalle 15,30. “Almeno 40 mila rifugiati e migranti dal 2017, anno in cui è stato sottoscritto il memorandum Italia-Libia, sono stati intercettati nel Mediterraneo centrale dalla Guardia costiera libica e portati indietro. Oltre 1000 solo nei primi giorni del 2020 - dichiarano Massimiliano Iervolino e Giulia Crivellini, Segretario e Tesoriera di Radicali Italiani -. Non sappiamo che fine abbiano fatto, se siano stati vittime di violenza o se abbiano perso la vita nei lager dove noi abbiamo contribuito a rimandarli, supportando tutto ciò con milioni di euro. Dal 2 febbraio, per altri tre anni, l'accordo ricomincerà a decorrere senza che nulla sia cambiato, al contrario degli annunci che abbiamo ascoltato. Dopo i risultati delle elezioni regionali non ci sono più scuse: la discontinuità tanto proclamata dalle forze politiche al Governo sul tema dei flussi migratori non può continuare a essere rimandata. Cosa aspettiamo? Che sia raggiunta la stabilità? Nell'attesa questo patto irrispettoso dei diritti umani deve essere subito sospeso. Un accordo che, oltretutto, non è mai stato discusso e ratificato dalle aule parlamentari, come richiede l'articolo 80 della Costituzione. Per questo saremo ancora una volta in piazza, il 2 febbraio: chiediamo ai presidenti delle Camere e al Parlamento di portare in aula con urgenza l'accordo per sospenderne l'efficacia. E lo faremo di fronte a un palazzo vuoto, silenzioso, esattamente come il dibattito politico sul memorandum negli ultimi mesi”.