Mense in carcere, niente proroga per le coop. Dap: "Non era stata promessa"
MILANO - "Non avevo mai promesso di poter ottenere la proroga della gestione elle mense alle cooperative". Santi Consolo, capo gabinettodel Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria smentisce le ricostruzioni dell'incontro tenutosi il 30 dicembre in via Arenula con il ministro della Giustizia Andrea Orlando, il capo del Dap Santi Consolo, il capo gabinetto Giovanni Melillo e i rappresentanti delle dieci cooperative di detenuti che hanno al momento in gestione le mense delle carceri di Torino (cooperativa Ecosol), Ivrea (Divieto di sosta), Trani (Campo dei miracoli), Siracusa (L'Arcolaio), Ragusa (La Città Solidale), Roma Rebibbia (Men at Work e Syntax Error), Milano Bollate (ABC), Rieti (Pid) e Padova (Officine Giotto). In tutto, queste impiegavano 170 detenuti e 40 operatori sociali.
"Non avrei mai potuto garantire la proroga – continua Consolo – a decidere è la Cassa delle Ammende che è un organismo collegiale". Presidente della Cassa, per altro, è lo stesso direttore del Dap. Consolo quindi respinge la nuova accusa delle cooperative: non aver mantenuto la promessa del 30 dicembre di una proroga fino al 31 gennaio del progetto mense nelle carceri di dieci cooperative di detenuti. È infatti saltata la possibile proroga al 31 gennaio: il 15 le cooperative dovranno restituire le chiavi delle mense al Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, che riprenderà di nuovo in mano la gestione del servizio mensa.
Per le cooperative di detenuti è un colpo durissimo: "Il 15 gennaio è l'ultimo giorno in cui andremo alle mense: dovremo chiudere", afferma Nicola Boscoletto, presidente della Cooperativa Giotto di Padova. "Hanno trovato il modo per chiudere la più vecchia cooperativa di detenuti di Roma, sopravvissuta 28 anni contro una media di 2,3", rincara la dose Maurizio Morelli di Syntax error, cooperativa che lavora alla casa di reclusione di Rebibbia con otto detenuti e tre operatori. "Non avremmo mai accettato una proroga se non avessimo visto la possibilità di mantenere in vita i progetti", prosegue Boscoletto. Mercoledì 14 gennaio le dieci cooperative s'incontreranno a Roma per organizzare una manifestazione unitaria contro la decisione della Cassa delle Ammende. "Già da oggi manderò le convocazioni ad ogni singola cooperativa per capire come affrontare il problema", replica Santi Consolo, sottolineando l'apertura verso le cooperative. Le quali però hanno ormai perso le speranza: "È la vittoria della politica del 'non fare'", sostiene Boscoletto. Morelli ricorda che il Dap è stato senza un capo per sei mesi, tempo che poteva essere utilizzato per affrontare la questione prima che il progetto mense arrivasse a scadenza.
Secondo la nota diffusa da Emergenza lavoro carcere, il gruppo composto dai referenti delle dieci cooperative, "dopo la chiusura delle cucine in dieci istituti questo fatto conferma l’esistenza di un disegno di progressivo smantellamento del lavoro in carcere, così come oggi è organizzato e gestito dalle cooperative sociali". Per di più, le cooperative di detenuti il 17 dicembre 2014 avevano scoperto di avere scoperto il 34% dei finanziamenti richiesti tramite gli istituti penitenziari lo scorso anno. Invece che 9 milioni, il Dap ne ha a disposizione solo 6 per il 2015. (lb)