16 dicembre 2021 ore: 10:17
Società

Mense, mercatini charity, banche del sangue: il Natale americano degli studenti di YouAbroad

di Ambra Notari
Partiti questa estate per un anno di studio all’estero, tanti ragazzi italiani rimarranno negli Usa anche per le feste per continuare nelle attività di volontariato a cui hanno scelto di prendere parte: “Qui, quando qualcuno ha bisogno, tutti sono sempre pronti a dire: ‘Presente! Sono qui, non sei solo!”
YouAbroad YouAbroad_Martina Malcotti

Martina Malcotti e le amiche mentre preparano i dolci per la raccolta fondi della chiesa locale

C’è chi serve piatti caldi alla mensa dei poveri, chi impacchetta doni per i bambini meno fortunati, chi organizza banche del sangue per le donazioni agli enti sanitari. C’è chi gestisce raccolte fondi durante le partite di baseball, chi organizza mercatini charity di biscotti e indumenti usati, chi consegna la spesa alle famiglie indigenti. Hanno tutti 17 anni e sono decisi, impegnati, altruisti e credono che ogni piccolo gesto individuale possa contribuire a rendere il mondo un posto migliore. Sono gli studenti italiani di quarta superiore che, partiti a fine agosto con l’organizzazione YouAbroad per studiare un anno all’estero, trascorreranno il Natale lontano dalla propria famiglia, restando negli Stati Uniti e facendo volontariato.

Nei piccoli paesi degli States dove gli Exchange Student di YouAbroad stanno vivendo, sono tante le occasioni per rendersi utili alla comunità e alcuni di loro rinunciano al Natale in Italia per continuare a farlo anche durante le feste, quando il tempo e le opportunità per dedicarsi al volontariato aumentano. Tra di loro anche Giorgia Polito di Rho, quest’anno studentessa a St. Louis, Missouri. “Il 19 agosto scorso sono partita per quello che è sempre stato il mio sogno: l’anno all’estero. Sono passati quasi 4 mesi da quel giorno e posso dire che salire su quell’aereo per gli Stati Uniti è stata la scelta migliore della mia vita. E non parlo tanto del ‘sogno americano’, delle partite di football e degli armadietti nei corridoi della scuola. Lo dico perché sto imparando tanto, sto crescendo e sto scoprendo lati di me stessa che non conoscevo. Ho avuto l’opportunità di visitare tantissimi posti, di provare sport che mai avrei fatto in Italia e di vivere emozioni indescrivibili. Tra tutte, una delle esperienze che rimarrà sempre nel mio cuore è il volontariato”. Giorgia e alcune amiche stanno all’Operation Christmas Child: si occupano di impacchettare regali per bambini in condizioni di fragilità e disagio sociale: “Selezioniamo vari oggetti, giochi e vestiti, decoriamo le scatole e scriviamo i biglietti di auguri. È un’attività bellissima che mi fa sentire una persona migliore; so che si tratta solo di un piccolo gesto ma sono certa che non ci voglia poi molto per far nascere un sorriso sul volto di un bambino che la vita ha messo a dura prova. Credo che sia questo il mio regalo di Natale più bello e non me lo sarei mai aspettato”.

Oltreoceano c’è anche Sara Gorlani di Brescia, quest’anno studentessa a Monroe, North Carolina. “Sono arrivata il 13 agosto a Monroe, una cittadina di circa 30 mila abitanti nel North Carolina. Qui la vita è molto diversa da quella in Italia, ci si deve abituare a una routine frenetica e a un incalzante ritmo di impegni che si susseguono dalla mattina alle 6 fino alla sera alle 23. Quello che mi ha colpita di più è che qui la maggior parte dei ragazzi partecipa e svolge molte attività di volontariato, soprattutto con la chiesa locale, che è molto attiva sul territorio”. La prima esperienza di Sara in questo ambito è stata la Festa del Ringraziamento, durante la quale ha contribuito a organizzare e servire quasi 2 mila pasti ai poveri e portato borse di alimenti. “Abbiamo caricato circa 750 pacchi con alimenti di prima necessità come pasta e cibo in scatola. È stato un grande lavoro che ha coinvolto molti volontari e che, grazie a una efficiente organizzazione, ha permesso la buona riuscita dell’iniziativa. Una bellissima esperienza che voglio ripetere per le feste di Natale perché si tratta di una lezione di vita che a scuola non si può imparare. Grazie al volontariato dai più valore a ciò che hai, ti rendi conto di quanto sei fortunato e capisci che l’America non è, come spesso si crede alla mia età, solo il Paese della felicità e del benessere. Quello che facciamo è solo un piccolo gesto per persone e che vivono nella nostra stessa comunità, ma con difficoltà che noi non possiamo nemmeno immaginare. Sono felice per quanto ho fatto, ma molto di più per quanto ho ricevuto, per come le persone mi hanno accolta e integrata fin da subito senza pregiudizi e con il sorriso”.

Martina Malcotti di Carasco, provincia di Genova, quest’anno è studentessa a Dodgeville, in Wisconsin. “Sono ormai tre mesi che sono qui in Wisconsin per il mio anno all’estero e sono ogni giorno più grata di essere capitata nel paesino in cui mi trovo. Adoro il fatto che la scuola e il resto della comunità lavorino in sinergia e collaborino in una miriade di modi differenti, specialmente tramite il volontariato. La mia scuola fornisce svariate opportunità di volontariato per gli studenti e penso che sia un ottimo modo per coinvolgere i ragazzi e dare una mano a chi ne ha bisogno. Da quando sono arrivata qui, per esempio, la scuola ha già organizzato – in collaborazione con la Croce Rossa Americana – due raccolte di sangue allestite nella libreria dell’edificio scolastico. Noi studenti abbiamo avuto la possibilità di aiutare ad allestire la libreria, registrare i donatori che si presentavano, essere a loro disposizione durante la donazione e riordinare la libreria a fine giornata. Entrambe le giornate sono state un successo grazie alla partecipazione attiva di studenti, insegnanti, genitori e altri membri della comunità che si sono offerti di donare il sangue. In questi giorni invece stiamo organizzando una raccolta di biscotti e altri dolciumi da vendere tramite la chiesa locale, il cui ricavato sarà devoluto in beneficenza. Le occasioni charity sono tantissime: durante l’intervallo di una partita di football, per esempio, abbiamo organizzato un ‘Miracle Minute’, ovvero un minuto in cui noi volontari abbiamo girato tra gli spalti con dei contenitori per raccogliere le offerte delle persone presenti alla partita; in appena un minuto siamo riusciti a raccogliere più di mille dollari! Rimarrò qui anche a Natale per continuare a prendere parte a queste iniziative, perché penso sia questo il vero spirito delle feste. È senza dubbio questa la cosa che più amo di questo posto: quando qualcuno ha bisogno, la scuola, la comunità, la chiesa sono sempre pronti a dire: ‘Presente! Sono qui, non sei solo!’”.

© Riproduzione riservata Ricevi la Newsletter gratuita Home Page Scegli il tuo abbonamento Leggi le ultime news