18 febbraio 2017 ore: 12:36
Società

Menù in Braille e Lis e "lunedì delle famiglie": la pizzeria apre le porte al sociale

A Napoli nel ristorante pizzeria “Franco” menù tradotto in Braille e Lingua dei segni ma anche, in collaborazione con le Acli, l’iniziativa dei “lunedì della famiglia”, dedicati a chi ha ridotte possibilità economiche
Disabilità. Menù in braile

NAPOLI – E' la prima struttura ad avere introdotto, in Campania, dal maggio 2016 il menù in braille. Si tratta del ristorante pizzeria “Franco”, che si trova a Napoli, nei pressi della Stazione Centrale (corso Arnaldo Lucci, 195/197). Ragioni pratiche alla base della scelta, ma non solo, come spiega il proprietario Francesco Gallifuoco: “Il primo step è stato quello di -tradurre nel linguaggio braille i nostri menù, perché avevamo dei clienti fissi non vedenti e non ci pareva il caso che fossero gli accompagnatori a dover leggere loro i piatti del giorno. Ci è sembrato bello e naturale fare questa cosa, anche semplice da realizzare ma di grande impatto, per rendere i clienti ciechi autonomi. Ovviamente loro sono stati molto contenti”.

E' stata poi la volta di pensare alle persone sorde e, grazie a una collaborazione con l’Ens (Ente nazionale sordi) di Napoli, è stato realizzato il primo menù nella lingua dei segni. In pratica, la descrizione dei piatti avverrà attraverso un video mandato su un tablet o una piccola tv posta all’interno del locale, che riapre i battenti dopo una recente ristrutturazione.  

Un’altra novità che va nel segno del sociale riguarda l’iniziativa che “Franco” ha realizzato in collaborazione con le Acli (Associazioni cattoliche lavoratori italiani) di Napoli, in partenza da lunedì 20 febbraio 2017. La settimana del ristorante napoletano, dal prossimo lunedì fino a giugno, si aprirà con il “lunedì della famiglia”, dedicati alle famiglie con ridotte possibilità economiche. Alle famiglie, di volta in volta selezionate dalle stesse Acli, dando la preferenza a quelle con bambini piccoli, verrà offerto l’ingresso al cinema e una serata nella pizzeria “Franco”.

“L’idea è nata non a scopo benefico ma per salvaguardare il nucleo familiare perché l’economia familiare incide sull’andamento stesso della famiglia”, dichiara Gallifuoco, che aggiunge: “Non si tratta di fare beneficienza per un solo giorno ma di creare qualcosa di diverso, non solo per le famiglie povere o senza reddito, ma anche, ad esempio, per le ragazze madri o i precari, chi guadagna poco, perché almeno ogni tanto ognuno di loro possa permettersi una sera di andare al ristorante”.

“Abbiamo prodotti di qualità e certificati, un po’ al di sopra della media in zona, ma è una scelta aziendale”, dice ancora il proprietario del locale, che punta molto sull’alta qualità degli ingredienti e sulla freschezza del pescato impiegato nelle preparazioni della cucina, a cura dello chef Gennaro Zannotti, oltre che sulla tradizione gastronomica partenopea. Il rapporto di “Franco” con la cucina inizia già alla fine dell’800 col bisnonno di Francesco, per poi dare vita nel 1966 al “Ristorante Pizzeria Franco”, in cui la tradizione è garantita anche dalla lunga esperienza in cucina di Maria Calabrese, mamma dell’attuale titolare. (mn)

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