13 gennaio 2015 ore: 15:06
Immigrazione

Migrantes: nel 2014 scomparsi 3.500 minori non accompagnati

Secondo monsignor Perego è in relazione ai minori che si verifica la più grave carenza italiana in termini di accoglienza. “Messi in strutture non adatte alla tutela, vanno invece affidati alla famiglie con il coinvolgimento delle associazioni”.
Minori non accompagnati in gruppo

ROMA - Nel 2014 sono scomparsi nel nulla  3.500 minori sbarcati in Italia. Ed è proprio in relazione alla tutela dei minori non accompagnati, che si deve segnalare “la più grave carenza nell’accoglienza in Italia”. A denunciarlo è monsignor Giancarlo Perego, in occasione, oggi a Roma della presentazione delle giornata del migrante, che si svolgerà domenica prossima. Perego ha sottolineato soprattutto la mancanza di accoglienza “nelle famiglie, nonostante le indicazioni della disciplina dell’adozione e dell’affidamento di minori (legge 28 marzo 2001) e del titolo VIII del libro primo del codice civile, che prevedono  la possibilità di stipulare convenzioni con enti e associazioni senza fini di lucro che operano nel campo della tutela dei minori e delle famiglie”. “Abbiamo assistito all’accoglienza fino a un centinaio di minori in strutture, comunità, scuole non adatte alla tutela, con un coinvolgimento insignificante delle famiglie e delle associazioni per l’affido – aggiunge - Forse alcune precise e puntuali indicazioni applicative della legge a tutela dei minori non accompagnati, perché da subito sia garantita la tutela di chi arriva in Italia, sarebbero necessarie, per evitare che 3500 minori scomparissero nel nulla”.  

Il direttore di Migrantes ha poi ribadito “la necessità di estendere almeno in tutti i tremila comuni sopra i cinquemila abitanti almeno un’unità di accoglienza dei richiedenti asilo, attraverso progetti che estendano il progetto Sprar  almeno a 50.000, con una partecipazione adeguata anche dei Comuni del Nord Italia”. “In un Paese democratico il riconoscimento del diritto d’asilo non può essere schiavo di pregiudizi ideologici – aggiunge Perego, che chiede di consolidare “una rete di prima accoglienza strutturata sul territorio nazionale, attraverso il mondo dell’associazionismo e della cooperazione sociale, della realtà ecclesiale, almeno per 100mila persone, che permetta da subito la tutela di chi arriva nel nostro Paese da drammatiche situazioni, con un’attenzione forte alla tutela dei minori, delle famiglie”.

Le migrazioni forzate nel 2014 sono state l’urgenza più impellente e la più significativa provocazione al nostro Paese e all’Europa per ridisegnare non solo le possibilità e gli strumenti di accoglienza e di tutela dei richiedenti asilo, ma anche per ripensare l’ Europa e l’Italia con un ‘supplemento di cittadinanza’ – conclude Perego - La fragilità di decine di paesi, le 27 guerre in atto, disastri ambientali crescenti, dittature, violenze e persecuzioni politiche e religiose, chiedono all’Europa uno sforzo maggiore non per presidiare le frontiere, ma per superarle a tutela della dignità della persona umana”. (ec)

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