Migranti, 13 mila recuperati in mare dalla nave Aquarius: il bilancio di un anno
PALERMO - Nel 2016, 8.755 vite di uomini, donne e bambini sono state salvate a largo delle coste libiche nel mar Mediterraneo dalla nave Aquarius Sos Mediterranée che ha accolto a bordo complessivamente oltre 13 mila persone in 64 operazioni. I dati sono stati resi noti oggi nel corso di una conferenza stampa a bordo della nave. Il 24% dei profughi salvati sono minori. Questa percentuale è cresciuta nel corso dell'anno dell'84%. Le operazioni di salvataggio portate avanti nei primi due mesi del 2017 sono state 14 e hanno aiutato 1628 persone con 402 minori tra cui 324 non accompagnati. Il team medico a bordo della nave è stato testimone di 40 decessi ma anche della nascita di 3 bambini.
Presenti all'incontro il sindaco Leoluca Orlando, il presidente e fondatore del progetto umanitario Klaus Vogel che insieme ai presidenti delle sezioni di Italia e Francia, Valeria Calandra e Francis Vallat, ha presentato il bilancio delle attività di ricerca e soccorso della organizzazione umanitaria italo-franco-tedesca. Nel corso dei lavori il primo cittadino di Palermo ha conferito uno speciale riconoscimento ai tre presidenti, ai membri del Sar (Search and Rescue) team della nave Aquarius e ai componenti dei team di terra della nave. Tra gli ospiti ha partecipato come testimonial e sostenitore del progetto anche lo scrittore Daniel Pennac e la portavoce italiana dell'Unhcr Carlotta Sami in questi giorni in visita a Palermo.
- "Dal porto di Palermo la nave Aquarius è salpata per la prima volta nel febbraio dell'anno scorso. Da quel momento abbiamo concretizzato un sogno che ha portato dei risultati considerevoli - ha detto la presidente di Sos Mediterranee Italia Valeria Calandra -. Garantire pienamente il conforto e la sicurezza di queste persone che cercano rifugio da noi è nostro principio e dovere umanitario. Si tratta di persone che per noi sono risorse umane che non possono essere considerate né un pericolo né un problema per il nostro paese come per quelli europei. L'entità del fenomeno si percepisce in maniera evidente anche dalla crescita esponenziale dei minori stranieri non accompagnati che per molte famiglie africane sono l'unica speranza di cambiamento del loro futuro. Noi continueremo a farci portatori dei diritti umani di queste persone attraverso una missione che si finanzia con i suoi sostenitori privati senza fondi pubblici. Fino ad oggi la società civile che ci sostiene ha risposto generosamente molto bene. Ci auguriamo di continuare fino a che ce ne sarà bisogno perché per noi non è un lavoro ma un servizio umanitario".
"Oggi per noi è una festa potere stare a fianco di questa bella squadra - ha affermato il sindaco Orlando -. Essere partiti da Palermo non è stato un caso perché parliamo la stessa lingua fatta di valori della vita e di libertà inquadrati nella stessa visione. Io sono siciliano perché ho scelto di esserlo. Il diritto a scegliere la propria identità è un valore umano fondamentale. Chi arriva a Palermo diventa subito per noi quasi automaticamente un palermitano da ex migrante. Tutto questo lo dimostriamo nei fatti con l'accoglienza che garantiamo come città a tutti i livelli".
"E' per me un grande onore potere essere il testimonial di questa nave umanitaria - ha sottolineato lo scrittore francese Daniel Pennac -. Credo che oggi ci sia un bisogno molto forte di avere persone che aiutano chi è in difficoltà. L'immigrazione è un fenomeno mondiale che nessuno potrà mai fermare. Una nave come questa continua a mantenere alto l'onore di un Europa in un momento storico in cui stiamo vivendo una profonda regressione di valori. Grazie per quello che fate".
"E' per me un regalo e una sorpresa potere essere qui con voi - ha detto la presidente italiana dell'Unhcr Carlotta Sami in visita a Palermo -. Soltanto insieme ognuno con la propria forza possiamo cercare oggi di rispondere alla situazione migratoria che sappiamo essere devastante. Questa è per noi una nave di persone che vogliono testimoniare la loro vita in questo momento storico con la piena consapevolezza e l'altissimo senso di responsabilità di salvare le vite umane. Al di là di ogni barriera o muro che si possa mettere il nostro compito è andare avanti nell'aiuto continuo che dobbiamo dare a tutte le emergenze umanitarie anche quando non si lavora ancora purtroppo sulle cause e sull'apertura di corridoi umanitari". (set)