Migranti, a Palermo gli oltre 700 soccorsi al largo della Libia
PALERMO - Sono 712 i migranti soccorsi in questi giorni dalle navi della Marina Militare al largo della Libia e arrivati, questa mattina, a bordo del mercantile norvegese Siem Pilot al molo Puntone del porto di Palermo. Non ci sono eritrei e siriani e si tratta in gran parte di persone originarie dell'Africa subsahariana: in maggioranza uomini ma anche 61 donne e ottanta minori non accompagnati. In 250 verranno trasferiti presso l'hotspot di Trapani mentre tutti gli altri, eccetto i minori non accompagnati, andranno in altre regioni d'Italia.
A scendere per prima è stata una donna al nono mese di gravidanza a cui sono seguite dopo le 60 donne: tutte giovanissime dai volti molto sofferenti con abiti molto leggeri e in stato di forte deprivazione psicofisica, alcune delle quali stentavano pure a camminare. Tra gli uomini, pure tutti molto giovani, c'è chi ha chiesto di rimanere vicino ad un fratello e chi, nonostante il viso stremato dalla stanchezza, è riuscito a regalare, dopo avere ricevuto il cibo, un sorriso ai volontari.
Le operazione di primo soccorso sono state coordinate, come sempre, dalla prefettura di Palermo. Ai profughi, arrivati tutti senza scarpe, sono stati forniti vestiti e calzature dalla ditta Play Sport di Siracusa. Dieci volontari Caritas e tra questi sei appartenenti ad Emmaus Palermo, coordinati da due operatori, hanno provveduto, invece, a dare cibo e acqua. Presenti al porto anche i medici dell'Asp di Palermo, il comune con il sindaco Orlando e l'assessore Ciulla, i volontari della Croce Rossa e della Protezione civile. Presenti, per dare tutta la necessaria informativa sui loro diritti per accompagnarli ad attivare la procedura di richiesta di asilo, i rappresentanti delle organizzazioni umanitarie internazionali Unhcr, Oim e Save the Children. Al molo erano presenti anche molti operatori di Frontex, alcuni di Easo e numerosi poliziotti della squadra mobile per identificare gli eventuali scafisti ma anche le situazioni di alcune giovanissime ragazze particolarmente esposte a possibili giri criminali.
"Sappiamo molto bene che si tratta di una umanità sofferente - sottolinea il prefetto Antonella De Miro -. Palermo ha ormai un'organizzazione ben collaudata che fa della città uno dei porti di approdo d'eccellenza dove è presente in maniera molto forte tutta la rete di prima assistenza ed accoglienza. Le persone dopo essere visitate e rifocillate verranno ospitate in 250 nell'hotspot di Trapani mentre gli altri saranno trasferiti nelle regioni d'Italia che hanno dato la disponibilità ad accoglierli: Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Campania”."E' presente tutta la nostra equipe di medici pronti ad effettuare il necessario triage medico con tutte le professionalità: chirurgo, ginecologo, infermiere, psicologo e pediatra - afferma il direttore sanitario dell'Asp di Palermo, Loredana Curcurù -. Oltre ad una donna in stato di gravidanza avanzato sappiamo che ci sono molti casi di dermatite e tra i minori alcuni casi di congiuntivite".
"Dall'inizio dell'anno sono arrivati oltre 1800 minori dell'Africa sub sahariana di cui più di 380 soltanto in questi ultimi tre giorni - spiega la portavoce di Save The Children Giovanna Di Benedetto -. Si tratta di coloro che stanno pagando il prezzo più alto di questa crisi umanitaria perché, avendo già un vissuto di grande sofferenza alle spalle, devono essere tutelati e accolti nel migliore dei modi. La fase dello sbarco è un momento delicatissimo perché bisogna fare in modo che i minori vengano assolutamente identificati come tali per assicurare loro la protezione adeguata a cui hanno diritto. E' un rischio che non si deve correre quello, come purtroppo è già capitato, di identificare come adulti, migranti che erano minori come anche il contrario di adulti che si spacciano per minori”.
"E' difficile e delicatissimo riuscire a capire, anche durante lo sbarco, le ragazze giovanissime che sono più esposte al giro della tratta - dice il francescano fra' Loris D'Alessandro che con la onlus di Frate Gabriele Allegra assiste e partecipa alle ronde antitratta notturne -. Quelle che arrivano al porto sono ragazze tutte in stato di forte trauma che a volte non parlano subito perché sono fortemente stressate sia dal punto di vista fisico che psicologico. Solo in una fase successiva, quando arrivano nei centri di accoglienza cerchiamo di aiutarle, ascoltarle per capire come rispondere a quelli che sono i loro primi bisogni". (set)