Migranti, a Trapani 400 eritrei in attesa del ricollocamento
TRAPANI - Le famiglie eritree sbarcate martedì scorso a Trapani, secondo quanto prevede il piano europeo della "relocation" staranno all'hotspot di Milo il tempo necessario, per il momento non quantificabile, ad individuare il paese europeo di destinazione. Si tratta di circa 400 migranti, prevalentemente di famiglie con bambini piccoli, in attesa di essere trasferite in realtà che dovrebbero assolvere la funzione di hub. L'hub è una struttura di permanenza temporanea dove, secondo le disposizioni europee, dovrebbero permanere i migranti di quelle nazionalità (eritrea, siriana ed irachena) per le quali l'Unione Europea riconosce l'accoglienza secondo le quote. Fatta eccezione per l'hub di villa Sikania di Siculiana, in provincia di Agrigento, non esistono per il momento in Italia altre realtà di questo tipo. La prefettura di Trapani ha individuato, nel proprio territorio, una struttura che potrebbe diventare un hub ma si attende ancora il via libera dal Ministero dell'Interno. In particolare, si tratta di un'attuale Cas (Centro di accoglienza straordinaria) dove c'è una parte distaccata che potrebbe essere dedicata a questa finalità con una capienza di circa 100 posti.
Dopo lo sbarco è stato un avvicendarsi di giorni frenetici e molto impegnativi per la prefettura di Trapani che, senza non poche difficoltà, è riuscita a riportare il numero dei migranti presenti all'interno dell'hotspot nella sua capienza ordinaria di 400 posti. 150 migranti sono stati trasferiti poco dopo il loro arrivo in varie destinazioni d'Italia. Per 56 minori stranieri non accompagnati è stata trovata, invece, una sistemazione in provincia a Mazara (Trapani). Ieri, invece, sono partiti in pullman 100 migranti, quasi tutti di nazionalità eritrea, uomini e donne, diretti nel centro di Castelnuovo di Porto in provincia di Roma. 18 migranti di nazionalità etiope e somala verranno trasferiti in alcuni dei 28 Cas in provincia di Trapani che per momento sono tutti al completo. Una decina di minori non accompagnati, invece, nei prossimi giorni, verranno trasferiti in Campania. Il numero dei foto-segnalamenti complessivi dei migranti in transito da quando è stato aperto l'hotspot di Milo, lo scorso dicembre, è già arrivato a circa 3500.
"Ci siamo trovati davanti a molte criticità che abbiamo cercato di risolvere e a cui, grazie ad un buon lavoro di squadra, non ci siamo certo tirati indietro - sottolinea il prefetto Leopoldo Falco -. Certamente, trovarsi a dovere gestire una quantità di immigrati numericamente alta non è facile ma stiamo cercando di farlo come meglio rientra nelle nostre possibilità - continua il prefetto Falco -. Per le famiglie di eritrei si dovranno, sicuramente, trovare degli hub all'interno dei quali potranno stare il periodo utile ad individuare il paese europeo di destinazione. Noi avremmo già individuato una struttura che, se il caso lo richiederà, saremmo pronti ad utilizzare come hub. Lunedì attendo di avere un'indicazione dal ministero anche perché se, nel frattempo dovessero verificarsi altri sbarchi, ci sarebbe la necessità reale di liberare l'hotspot per favorire il transito di altri migranti. In quel caso, sempre se non avrò prima specifiche indicazioni dal Ministero, dovrò necessariamente avvalermi della struttura di Villa Sant'Andrea di Valderice".
"Per i minori stranieri siamo riusciti a trovare una sistemazione - aggiunge Falco -. Per quanto riguarda l'accoglienza nei nostri centri possiamo soltanto lavorare sulle minoranze perché li abbiamo tutti pieni. Se gli arrivi continueranno con questi ritmi, si prospetta un tour de force non indifferente di operatori e istituzioni preposte a vario livello in tutto il paese a rispondere ai bisogni di queste persone. Dopo il foto-segnalamento nell'hotspot c'è già un rallentamento nella individuazione dei centri disponibili in tutte le regioni italiane ad accogliere gli altri migranti. E', infatti, una difficoltà che, oltre ai porti di sbarco, sta investendo tutta l'Italia".
Anche a Trapani,, come in molte altre città d'Italia si stanno studiando, intanto le possibilità di snellire le procedure di fuoriuscita dei migranti già presenti nei Cas che attendono che si pronuncino le commissione d'esame della richiesta d'asilo al fine di permettere l'ingresso di altri potenziali richiedenti asilo.
"Stiamo lavorando anche alla possibilità di smaltire le nostre attuali presenze nei Cas - continua Falco - favorendo da una parte le condizioni per il trasferimento di alcuni ospiti negli Sprar e dall'altra accelerando la procedura conclusiva relativa alla richiesta d'asilo qualora sia stata respinta anche in secondo grado. Dobbiamo, in pratica, in questo momento, trovare le strade più veloci per liberare i centri di accoglienza in modo da permettere l'accoglienza di altre persone. Le commissioni di richiesta d'asilo, sappiamo che sono riuscite ad eliminare l'arretrato e per il momento stanno esaminando le domande di coloro che hanno fatto richiesta a gennaio. La procedura si è certamente sveltita ma la criticità, adesso, resta nella parte conclusiva della procedura, quella relativa alla notifica di accoglimento o respingimento della richiesta che compete alla questura". (set)