18 marzo 2016 ore: 19:31
Immigrazione

Migranti, Acli: l'Europa stenta ad assumersi le proprie responsabilità

Il presidente Bottalico: "Questo accordo presuppone l''esistenza di condizioni per la sua attuazione lontano dall''essere realizzate sia in Grecia che in Turchia e non affronta l'altro nodo cruciale del ricollocamento dei profughi fra i Paesi membri dell''Ue"

ROMA - "L'aspetto positivo dell'accordo tra Unione europea e Turchia sui migranti consiste nel riconoscere la necessità di un governo del fenomeno migratorio e di una iniziativa straordinaria di fronte alla massa di profughi di guerra fuggiti da conflitti che alcuni Stati della stessa Europa hanno contribuito in modo determinante ad innescare". Lo afferma Gianni Bottalico, presidente nazionale delle Acli, a proposito dell'accordo raggiunto questo pomeriggio a Bruxelles tra Unione europea e Turchia su migranti e rifugiati. "Questo accordo- osserva- rischia di porsi ai limiti del diritto internazionale, suona come un deterrente verso quanti hanno bisogno della solidarieta'' europea, pretende di operare una discutibile distinzione tra rifugiati e migranti economici, presuppone l''esistenza di condizioni per la sua attuazione lontano dall''essere realizzate sia in Grecia che in Turchia e non affronta l''altro nodo cruciale del ricollocamento dei profughi fra i Paesi membri dell''Ue".

Poi, prosegue: "Soprattutto perche'' sortisca un qualche effetto tangibile, tale accordo dovra'' essere accompagnato da una iniziativa diplomatica forte per favorire la stabilizzazione, la ricomposizione di una unita'' statuale e la ricostruzione di quegli stati devastati da guerre e terrorismo che, come ha ricordato questa mattina il presidente della Repubblica Sergio Mattarella dall''universita'' di Yaounde'' in Camerun, sono frutto di politiche errate di numerosi Paesi anche europei, che hanno ampie responsabilita'' nell''aver concorso a creare in passato condizioni di instabilita''". 

"Inoltre- prosegue Bottalico- va osservato che i segni di involuzione manifestati dal governo di Ankara negli ultimi anni, nel campo dei diritti umani in  particolare attraverso la repressione cruenta delle istanze dell''etnia curda, dell'indipendenza della magistratura, del rispetto della libertà di stampa, sono la diretta conseguenza della strategia di destabilizzazione e di regime change delle cosiddette primavere arabe. L''Occidente, negli ultimi quindici anni di guerre, dall''Afghanistan alla Siria, ha favorito o addirittura perseguito di fatto la divisione per linee etniche e religiose del Medio Oriente, a prezzo di milioni di morti e di profughi, della pulizia etnica delle minoranze religiose, in primis dei cristiani, ma cosi'' facendo ha risvegliato le ambizioni imperiali neo-ottomane della Turchia, che prima procedeva verso la democratizzazione e lo sviluppo. Anche rispetto a questo- conclude il presidente delle Acli- i Paesi europei, insieme agli Stati Uniti, devono assumersi le loro responsabilita'', lasciandosi alle spalle le politiche del passato". (DIRE)

© Riproduzione riservata Ricevi la Newsletter gratuita Home Page Scegli il tuo abbonamento Leggi le ultime news