7 luglio 2016 ore: 14:57
Immigrazione

Migranti, al Baobab l’emergenza continua. Unhcr: “Serve centro per transitanti"

La portavoce Carlotta Sami stamattina in via Cupa, tra i migranti che dormono in strada. “Queste persone hanno diritto ad essere accolte degnamente, Comune faccia tesoro del lavoro dei volontari e metta su una soluzione condivisa”
Pezzo Baobab 1 - 7 luglio 2016

ROMA – Accampate in via Cupa, nei materassi adagiati sull’asfalto: così duecento persone hanno dormito anche stanotte davanti all’ex centro Baobab di Roma. Una situazione che dura ormai da settimane, e che sta diventando invivibile. Per l’alto numero di migranti accolti la piccola stradina a ridosso di via Tiburtina, nella notte viene chiusa al traffico, per poi essere riaperta intorno alle 7, quando i volontari, che arrivano per preparare le colazioni, svegliano i migranti e fanno sgomberare la strada. A verificare le condizioni di questa “emergenza permanente” si è recata stamattina anche Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr per il Sud Europa.

Pezzo Baobab 2 - 7 luglio 2016

La situazione qui è insostenibile, ed è tutta sulle spalle di decine e decine di volontari che, ormai da un anno, hanno deciso di dedicare il loro tempo e le loro risorse per venire incontro ai bisogni di potenziali rifugiati o migranti in transito  – ha detto Sami a Redattore sociale -. Queste persone, però, hanno il diritto fondamentale a essere accolte, a ricevere cibo, acqua e assistenza medica in maniera degna – sottolinea. – Bisogna creare un canale per coloro che vogliono fare richiesta d’asilo in Italia: qui ci sono moltissimi eritrei e sud sudanesi, quindi potenziali rifugiati. Ma è anche arrivato il momento di ragionare su un centro che serva a dare un primo aiuto a coloro che sono di passaggio nella città di Roma”. Il modello da seguire, secondo la responsabile dell’Unhcr, è quello di Milano: “serve uno spazio da mettere su insieme ai volontari e alle tante associazioni che si sono rese disponibili – aggiunge – anche noi ci siamo, con i nostri mediatori culturali e gli operatori per la formazione. Un centro per transitanti a tutti gli effetti, regolare, è quello che serve in questo momento a Roma”.

Pezzo Baobab 1 - 7 luglio 2016

Nell’ultimo anno nella Capitale si è discusso sull’ipotesi di creare una struttura per migranti in transito: Ferrovie dello Stato aveva anche dato in comodato d’uso gratuito il Ferrhotel di Tiburtina per farne un centro di primissima accoglienza. Ma il progetto fu bloccato dalla ragioneria capitolina perché considerato troppo dispendioso. Così dopo lo sgombero del Baobab i volontari hanno individuato un altro luogo, sempre a ridosso della stazione: l’ex centro Ittiogenico. Ma ad oggi su questa ipotesi dal Comune non è arrivata nessuna risposta ufficiale e ora si attende di sapere cosa vorrà fare la nuova giunta guidata da Virginia Raggi. “I volontari si stanno dando molto da fare per portare avanti il progetto (all' ex Ittiogenico, ndr) che hanno messo a punto una volta tramontata l’ipotesi del Ferrhotel - continua Sami - . Il Comune di Roma deve fare tesoro della loro intelligenza e della loro esperienza per mettere su un’ iniziativa che funzioni davvero. Noi lavoriamo con i volontari insieme a molte altre associazioni. Stiamo cercando di individuare dei meccanismi per accompagnare le persone che vogliono fare domanda d’asilo nelle prefetture ma anche per assistere chi è in transito. Con la nuova giunta Raggi speriamo che ci sia un interlocutore con cui lavorare. Cercheremo di avere il prima possibile un incontro con l’assessora Baldassarre per parlare anche di questa situazione”.

A fare appello alla neoassessora al Welfare era stato ieri anche il portavoce dell’Unicef ed ex collega, Andrea Iacomini, chiedendole di fare la sua “prima passeggiata ufficiale al Baobab” per “togliere donne e bambini dalla strada”. Anche i volontari del Baobab sperano che uno dei primi punti in agenda della giunta, che si è insediata oggi, sia una soluzione condivisa per l’assistenza alle persone in transito. “Sappiamo che Baldassare conosce bene la situazione, dato il suo passato all’Unicef, e speriamo che metta la situazione in via Cupa tra le sue priorità – sottolinea Roberto Viviani, volontario del Baobab-. Noi ci siamo, quando vuole la aspettiamo qui per cercare insieme una soluzione. Con noi ci sono anche molte associazioni, da Intersos a Medu fino a Save the children, pronte a collaborare”.

Viviani spiega anche che in questi ultimi giorni le criticità sono molte. Innanzitutto dal punto di vista igienico-sanitario: ci sono solo 4 bagni chimici per duecento persone, tra cui anche donne e bambini. “Ci stiamo attivando per avere almeno altri due bagni– aggiunge – e con Medu stiamo ragionando sull’istallazione di docce a energia solare, ma qui manca lo spazio fisico. Abbiamo ricevuto lamentele anche dai residenti: la notte chiudiamo la strada ma la mattina presto sgomberiamo tutto per consentire il passaggio delle auto. Chiediamo che almeno ci venga data la possibilità di portare delle tende sotto il cimitero del Verano, come avevamo fatto già a inizio giugno. E poi ribadiamo, come stiamo facendo ormai da mesi, che serve uno spazio dove poter fare assistenza degna: l’unico obiettivo non può essere quello di tenere il ghetto lontano dagli occhi”. (ec)

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