21 giugno 2017 ore: 13:55
Immigrazione

Migranti, Amnesty: basta cooperare con la guardia costiera libica

"L'Unione europea sta consentendo alla guardia costiera della Libia di riportare migranti e rifugiati sulla terraferma in un paese dove le detenzioni illegali, la tortura e lo stupro sono la regola. Mentre rafforza l'operativita' della guardi...

Roma - "L'Unione europea sta consentendo alla guardia costiera della Libia di riportare migranti e rifugiati sulla terraferma in un paese dove le detenzioni illegali, la tortura e lo stupro sono la regola. Mentre rafforza l'operativita' della guardia costiera libica, l'Unione europea chiude gli occhi di fronte ai gravi rischi insiti in questa cooperazione". La denuncia arriva da Iverna McGowan, direttrice dell'ufficio di Amnesty International presso le Istituzioni europee. Il messaggio - trasmesso in una nota - arriva nel giorno in cui a Bruxelles si tiene un vertice di alto livello sulla gestione dei flussi migratori, nonche' alla vigilia del Consiglio europeo.

"I leader europei devono immediatamente porre fine all'esternalizzazione dei controlli di frontiera e alla delega della gestione delle domande d'asilo a paesi terzi che, in alcuni casi, presentano una situazione eccezionalmente negativa dei diritti umani. Incoraggiare i governi di questi paesi a rafforzare i controlli di frontiera- ha proseguito McGowan- puo' esporre molte altre persone al rischio di subire violazioni dei diritti umani. Per la responsabile della Ong internazionale, i leader europei "dovrebbero dare priorita' al salvataggio di vite umane, mettendo a disposizione percorsi legali e sicuri per le persone in fuga e investendo tantissimo nello stato di diritto e nella protezione dei diritti umani".

Iverna McGowan, direttrice dell'ufficio di Amnesty International presso le Istituzioni europee, ha inoltre ricordato che le operazioni d'intercettamento in mare di migranti e rifugiati da parte della guardia costiera libica "spesso non rispettano gli standard internazionali e si basano anche sull'uso delle armi da fuoco. Le persone intercettate in mare- ha evidenziato ancora- vengono riportate sulla terraferma e qui, con poche eccezioni, trasferite in centri di detenzione dove vengono trattenute a tempo indeterminato e sottoposte a torture, pestaggi, stupri e sfruttamento".

L'organizzazione per i diritti umani chiede quindi "l'apertura e l'ampliamento di percorsi legali e sicuri per migranti e rifugiati, l'aumento delle attivita' di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale, in particolare nelle zone dove si verificano i naufragi e in modo commisurato al numero di partenze dall'Africa settentrionale, la fine di ogni forma di cooperazione con le autorita' della Libia che contribuisca a riportare migranti e rifugiati sulla terraferma (e di conseguenza a rischiare la detenzione a tempo indeterminato, la tortura, lo stupro e ulteriori violenze), concentrandosi invece sull'obiettivo di migliorare la situazione dei diritti umani in quel paese". Chiesta infine una generale revisione "dell'approccio complessivo alla cooperazione coi paesi terzi in materia d'immigrazione, per assicurare che i diritti dei migranti e dei rifugiati siano protetti in modo adeguato". (DIRE)

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