Migranti, Amnesty difende la deputata ticinese Bosia Mirra
Bosia Mirra
MILANO - "È chiaro che la signora Bosia ha agito per motivi umanitari. Il codice penale svizzero prevede che quando si è agito per motivi onorevoli chi ha commesso un reato può essere assolto": Denis Graf, esperta di diritto d'asilo di Amnesty International Svizzera, conosce bene la deputata socialista ticinese Lisa Bosia Mirra, presidente della onlus Firdaus, fermata ieri dalle forze dell'ordine elvetiche mentre cercava di far entrare nel canton Ticino, insieme a un connazionale di 53 anni, quattro profughi minorenni. Ora è accusata di favoreggiamento all'entrata illegale dei quattro migranti. Ne è nato un caso politico e giudiziario che sta suscitando polemiche. Sulla sua pagina Facebook la parlamentare ha raccolto per ora numerose testimonianze di solidarietà e incoraggiamento. "Negli ultimi due mesi la signora Bosio ha sempre utilizzato le vie legali per aiutare i centinai di profughi bloccati al confine con la Svizzera -racconta Denise Graf-. Per molti è riuscita a rintracciare documenti e eventuali familiari in Svizzera o in altri paesi europei che permettessero un ricongiungimento. E ha sempre fatto tutto questo su base completamente volontaria. Non è quindi una passatrice. Il suo avvocato potrà quindi invocare i 'motivi onorevoli' che potrebbero averla spinta a violare questa volta la legge. Anche se, come avviene per chiunque, fino a prova contraria vige la presunzione di innocenza".
Secondo Amnesty International, comunque, la vicenda giudiziaria che vede coinvolta la parlamentare Lisa Bosia Mirra è anche il frutto di una situazione, al confine di Chiasso, che con il passare delle settimane sta diventando sempre più insostenibile. La chiusura delle frontiere non fa che aumentare la tensione e costringe i profughi a tentare ogni strada. "Chiediamo la creazione di vie legali per entrare in Svizzera o negli altri paesi europei -aggiunge-. Ci vuole un rafforzamento e uno snellimento delle procedure per la relocation dei migranti, va applicata pienamente la direttiva Dublino III per il ricongiungimento dei minorenni: non è possibile che un ragazzo debba aspettare mesi per avere il permesso di andare nel Paese in cui vive uno dei genitori".
Il 31 agosto Amnesty International, insieme a Asgi e Firdaus, ha denunciato la violazione dei diritti dei bambini e dei giovani che si presentano alla frontiera Svizzera. "Numerosi minorenni non accompagnati si sono visti vietare l’entrata in territorio svizzero da parte delle autorità elvetiche -ha affermato Denise Graf-, anche se erano alla ricerca di protezione e volevano raggiungere i propri parenti in Svizzera o in altri paesi europei". Una delegazione di Amnesty, a metà agosto, ha svolto un'indagine tra i profughi bloccati a Como. Ne è emerso che "al confine ci sono grossi problemi di comprensione riguardo la procedura di asilo e le questioni legali -ha sottolineato Denise Graf-. Alle Guardie di confine in Ticino è stato affidato un compito che esula dalle loro competenze. Ogni persona che valica un confine ha il diritto a una decisione formale. Le persone che si identificano regolarmente possono venir respinte dalle Guardie di confine, per esempio se sono oggetto di un divieto di ingresso. Nel caso di persone prive di documenti vale la presunzione che si tratti di persone alla ricerca di protezione. Il numero elevato di rinvii senza una procedura preliminare e una decisione formale da parte dell’istanza competente viola il diritto internazionale". (dp)