31 ottobre 2015 ore: 15:07
Immigrazione

Migranti, "apertura di canali umanitari diventi una prassi del governo italiano"

Corridoi umanitari dai campi profughi di Libano e Marocco, grazie anche al contributo economico della Chiesa Valdese: nuove adesioni alla proposta, lanciata dalla Comunità di Sant’Egidio e Comunità Papa Giovanni XXIII. Chiesto anche un ministero per la pace
Sbarchi. Uomini appena sbarcati seduti a terra in attesa
Sbarchi. Uomini appena sbarcati seduti a terra in attesa

La notizia è stata lanciata in occasione del convegno "Il coraggio di essere umani", due giorni di riflessioni ma soprattutto di testimonianze concrete, per provare a raccontare i migranti non come numeri e massa di gente che “assale" le frontiere d’Europa, ma come volti, sguardi, vissuti. "Sono storie uniche di persone che hanno la stessa dignità e diritti delle nostre famiglie, dei nostri bambini",ha detto Giovanni Ramonda, Responsabile Generale della Comunità. A Rimini è stato presentato anche un documentario realizzato dalla Comunità Papa Giovanni XXIII: un viaggio sulle rotte dei profughi, quella balcanica e quella africana.  

Oltre ai corridoi umanitari le altre proposte della Comunità Papa Giovanni XXIII - illustrate da Ramonda -  sono state la revisione del trattato di Dublino per togliere la clausola della richiesta di asilo al primo accesso, l’istituzione del ministero della pace, la richiesta che l’Italia si faccia portavoce di una iniziativa diplomatica forte.  "Il nostro paese - ha concluso Ramonda - deve mettere ad uno stesso tavolo tutte le parti coinvolte, per una soluzione della guerra in Siria, che deve essere fermata". 

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