Migranti, apre a Roma il centro di riabilitazione per le vittime di tortura
ROMA - Un centro specializzato nella riabilitazione delle vittime di tortura e trattamenti inumani e degradanti. Apre a Roma il progetto di Medici senza frontiere (Msf) dedicato ai migranti. La struttura, che si trova nella centrale zona San Giovanni, offrirà assistenza medica, psicologica e socio-legale a migranti, rifugiati, richiedenti asilo e a qualsiasi persona abbia subito questo tipo di violenza, senza alcuna distinzione di nazionalità e status legale.
Il progetto si iscrive in un intervento che Msf sta portando avanti a Roma da ottobre 2015, in partnership con l’associazione Medici contro la tortura e in collaborazione con Asgi-Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione. Dall’inizio del progetto ad oggi sono state prese in carico 50 persone, provenienti da 18 paesi diversi – principalmente da Africa occidentale sub-sahariana, Corno d’Africa, Egitto e Asia meridionale – vittime di violenze nei paesi di origine o durante il percorso per raggiungere le coste europee. “Nel nostro lavoro di assistenza a migranti e rifugiati, ci confrontiamo con storie drammatiche di violenze terribili e abusi che richiedono un’attenzione specifica, un contatto profondo con l’individuo e le sue emozioni più forti, nel rispetto totale della loro privacy - spiega Gianfranco De Maio, responsabile del progetto -. Il centro é pensato, sin nella sua struttura, per creare un luogo in cui stabilire confidenza reciproca, per offrire uno spazio in cui queste persone possano gestire la rabbia, la paura, il sospetto e la rassegnazione, dirette conseguenze di questo tipo di esperienze”.
Nel centro vengono offerti servizi riabilitativi attraverso un approccio interdisciplinare, che vede la collaborazione di un’équipe composta da un medico, uno psichiatra, uno psicologo, un medico legale, un fisioterapista, due assistenti sociale, 2 operatori legali e 12 mediatori culturali, per rispondere alla varietà dei bisogni linguistici individuali. Potranno beneficiare dei servizi del centro non solo vittime di tortura in senso stretto, ma anche persone sottoposte a lunghi periodi di detenzione, maltrattamenti, violenze e altri casi sia nei loro paesi di origine che lungo il difficile percorso della loro migrazione.
“Il fenomeno della tortura e più in generale della violenza sta assumendo dimensioni preoccupanti fra le persone che assistiamo nei nostri programmi sulla migrazione - spiega Tommaso Fabbri, capomissione di Msf in Italia -. In mancanza di canali legali e sicuri lungo le rotte della migrazione, molti individui si trovano esposti ad abusi che rischiano di avere conseguenze mediche e psicologiche di lungo periodo. Con questo intervento Msf, che ha sviluppato delle competenze specifiche nella riabilitazione dei sopravvissuti a tortura, intende garantire una risposta adeguata al dolore di questi individui e offrire degli strumenti per la loro completa riabilitazione”. Durante l’azione di assistenza a richiedenti asilo e migranti in Sicilia nel 2014 e nel 2015, sia agli sbarchi che nei centri di prima accoglienza, oltre l’80 per cento delle persone visitate dalle équipe di Msf ha dichiarato di aver subito abusi e violenze durante il viaggio verso l’Europa e la permanenza in Libia, dove la maggior parte di loro è rimasta bloccata per diversi mesi.
Ma secondo l’organizzazione il problema della salute mentale dei migranti è “ancora troppo sottovalutato”. Per questo dal 2015, l’impegno di Msf si è concentrato principalmente nell’assistenza medica e psicologica e nella primissima accoglienza delle persone che giungono nel nostro paese dopo un lungo e rischioso viaggio, via mare o via terra, e necessitano di cure mediche e assistenza psicologica. Il progetto di Roma, nasce infatti sulla scia di un’iniziativa analoga in Grecia: qui da ottobre 2014, Msf in partnership con le ong locali, tra cui le associazioni Babel Praksis, ha iniziato un programma di riabilitazione per sopravvissuti a tortura, principalmente richiedenti asilo che risiedono nell’area urbana di Atene. Nel 2015 sono stati presi in carico 105 beneficiari, che hanno subito torture nei paesi di origine e di transito. “Come nel caso del progetto di Roma, anche ad Atene si è voluto insistere sull’importanza della creazione di un network a livello territoriale per una responsabilità condivisa con le autorità competenti e le altre organizzazioni che operano in questo campo”. Anche a Roma l’organizzazione aveva dato il via a una prima sperimentazione sul tema, con un’iniziativa di supporto legale all’interno del centro Baobab, oggi chiuso. “ Nel 2016 continueremo il nostro lavoro nel campo della salute mentale di richiedenti asilo, rifugiati e migranti, a Roma come in Sicilia, attraverso progetti già in corso o di prossima apertura”, assicura Msf.
Il progetto, come detto, è nato in collaborazione con Asgi. "Il punto di vista legale è legato al punto di vista terapeutico complessivo - sottolinea Loredana Leo, avvocato dell'Asgi -. I problemi legali delle persone vittime di tortura sono gli stessi che riscontrano i cittadini stranieri presenti sul territorio ma sono aggravati dalla loro condizione particolare. Si tratta di persone che dovrebberio rientrare nella categoria dei vulnerabili, ma è difficile se non viene loro assicurata una tutela legale".