Migranti, Baldassarre: a Roma un centro per transitanti sul modello di Milano
Laura Baldassare
- ROMA - Un centro per transitanti sul modello Milano, un garante cittadino dei diritti dell’infanzia, un tavolo per lavorare sul superamento dei campi rom e una consulta per venire incontro alle richieste delle persone con disabilità. Sono questi i primi obiettivi della neoassessora al sociale Laura Baldassare che in una lunga intervista a tutto campo a Redattore sociale parla della nuova stagione dei diritti che ha intenzione di aprire a Roma. “Il tema della legalità è prioritario – dice – e trasversale a tutte le linee programmatiche che stiamo realizzando”. Ecco un estratto relativo agli interventi previsti e ritenuti prioritari sul fronte immigrazione.
Caso Baobab, da settimane l’emergenza è continua a via Cupa con i migranti che dormono in strada. Per superarla si parla di una tendopoli a Tiburtina. In che modo verranno trasferite le persone? Ci sarà un nuovo sgombero o avete raggiunto un accordo con i volontari e le associazioni?
La situazione dei migranti che dormono e vivono a cielo aperto in via Cupa è una delle eredità più pesanti da gestire perché il Comune non ha la possibilità di agire in emergenza. Fin dalle prime ore dell’insediamento della giunta ogni lunedì ho incontrato le istituzioni, le associazioni che lì lavorano e i volontari. Innanzitutto bisogna dare una risposta urgente, nel giro di settimane, per evitare che i migranti continuino a dormire in strada e che i cittadini siano costretti a vivere in una situazione del genere. Abbiamo, quindi, attivato tutte le risorse attivabili: le istituzioni, le organizzazioni e i volontari. Nei prossimi giorni incontrerò anche i comitati di quartiere. Inoltre, abbiamo cercato di capire quanti posti in accoglienza ci sono e li abbiamo incrementati, dando la priorità ai soggetti vulnerabili. Bisogna anche dire che siamo di fronte a una tipologia di migranti particolare, i cosiddetti transitanti, che a livello giuridico non esistono ma esistono come persone. Sono migranti che non vogliono restare a Roma, il loro progetto migratorio prevede di andare altrove. Abbiamo aperto anche un’interlocuzione costante con la prefettura e la questura anche per velocizzare i passaggi burocratici per chi di loro chiede la relocation. Ma sappiamo che c’è un problema di arrivi, soprattutto notturni. Quindi ci troviamo nella necessità di allestire una tensostruttura in una zona che non sarà tanto vicina alla stazione Tiburtina, proprio per non avere un impatto negativo sulla cittadinanza. Sarà in un luogo isolato rispetto alle abitazioni.
Tra quanto sarà operativa la nuova tensostruttura?
Stiamo lavorando ogni giorno su questo e contiamo di allestirla nelle prossime settimane, rispettando tutte le normative. Abbiamo trovato molte collaborazioni, l’idea è quella di attivare tutte le risorse che Roma può esprimere con una regia pubblica. Ma noi la tensostruttura non avremmo voluto costruirla, siamo costretti a farlo per dare una risposta nell'immediato. Nel frattempo abbiamo iniziato un percorso per dotare Roma di un luogo che strutturalmente possa accogliere questo tipo di migranti.
Verrà creato un centro per transitanti a Roma?
Sì, la tensostruttura servirà in emergenza per togliere le persone dalla strada. Parallelamente sul modello di Milano e di altre città europee abbiamo formulato insieme alle istituzioni, le associazioni e le organizzazioni un’idea progettuale. Su questo abbiamo già richiesto dei contributi per far in modo che l’estate prossima non ci sia una nuova emergenza. (Eleonora Camilli)
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