Migranti, "beni tolti alle mafie per accoglierli". Proposta di Cgil Emilia-Romagna
ROMA - Usare i beni sequestrati e confiscati alle mafie per accogliere i profughi. Lo propone la Cgil Emilia-Romagna, per bocca del suo responsabile legalità', Franco Zavatti. Nell'ultimo anno in regione sono stati sequestrati 696 beni alla criminalita'' organizzata (Emilia-Romagna al secondo posto in Italia) e altri 355 confiscati (quarto posto). "Un insieme di 1.051 beni sequestrati e confiscati nel solo ultimo anno in questi nostri territori- sottolinea Zavatti - e che registra, ovviamente, il ''portato aggiunto'' dei sequestri conseguenti all'operazione Aemilia. Un macigno che conferma l'estensione degli affari mafiosi in regione, come pure l'efficacia dell''azione giudiziaria". Tra i beni sottratti alle mafie figurano anche terreni, aziende e "parecchie decine di case o appartamenti. Solo dal versante Aemilia se ne sequestrano almeno cinque in provincia di Modena e tanti altri ancora a Reggio e Bologna", segnala Zavatti. Un patrimonio che non può rimanere fermo a fare ragnatele. "I beni sottratti alle mafie in Emilia-Romagna siano impegnati per alleggerire l'emergenza umanitaria- lancia la proposta la Cgil- può diventare una direttrice di lavoro utile e urgente, oltre che uno slogan buono per tutti e praticabile". Oltre al recupero delle caserme dismesse, anche "il riutilizzo delle abitazioni sequestrate agli affaristi mafiosi ci sembra una soluzione disponibile, percorribile e di alto significato etico, sociale e civile- insiste Zavatti- vale anche per gli appartamenti sequestrati nel modenese, non utilizzati e perciò disponibili".
La Cgil rivendica di aver posto "da tempo" e "con forza la necessità urgente di affrontare, col concorso determinante delle istituzioni regionali e territoriali, i due problemi più pressanti e relativi ai patrimoni sequestrati". Ovvero, spiega Zavatti, "dare continuità produttiva alle aziende sotto sequestro, garantendone cosi'' il reddito e l''occupazione", e permettere "un utilizzo provvisorio dei numerosi immobili abitativi che, pure in attesa dei provvedimenti giudiziari definitivi di confisca o meno, possono essere ben utilizzati a fronte di evidenti bisogni istituzionali o emergenze sociali, anziché lasciarli vuoti ed inutilizzati". In questo senso, la Cgil cita "un ottimo e recente protocollo di collaborazione fra Tribunale di Roma, istituzioni territoriali e organizzazioni sociali del Lazio. Un'esperienza molto positiva che è in corso e che dovrebbe essere ripresa anche in Emilia-Romagna", sollecita Zavatti. Del resto, "i bisogni urgenti e le emergenze non mancano, a partire dalla accoglienza adeguata e civile della crescente migrazione di profughi e rifugiati". Sfruttare in questo senso i beni confiscati alla mafie, tra l'altro, sarebbe anche "un ottimo suggerimento per quel fasullo e patetico slogan dei giovani di Forza Italia, peraltro con la memoria corta - attacca la Cgil- che nella bassa modenese manifestano contro ''i clandestini in hotel e i terremotati nei Map'' (DIRE)