15 gennaio 2021 ore: 11:58
Immigrazione

Migranti bloccati nel campo di Lipa: "Non si può più aspettare"

Caritas Italiana  lancia di nuovo l'allarme per la estrema drammaticità della situazione, complicata dal peggioramento delle condizioni meteorologiche. Soddu: "Fare ogni sforzo per garantire un’accoglienza dignitosa e sicura"
Caritas Italiana campo di Lipa Balcani

ROMA - "Si aggrava sempre di più, anche per il peggioramento delle condizioni meteorologiche, l'emergenza umanitaria per i migranti bloccati in una situazione disumana al campo di Lipa, nel nord-ovest della Bosnia e Erzegovina. Abbondanti nevicate e temperature che scendono fino a -10°C mettono a rischio la vita di circa 900 persone che vivono nel campo in condizioni molto carenti. Ad oggi infatti sono state montate, da parte dell'esercito bosniaco, solamente una dozzina di tende non ancora riscaldate che danno riparo notturno a circa metà di queste persone, mentre l'altra metà continua a dormire in rifugi improvvisati. Le condizioni igieniche sono disastrose, dal momento che mancano completamente i servizi igienici, l'acqua potabile e un sistema fognario. Non ci sono nemmeno i collegamenti elettrici, le strade di accesso al campo sono ghiacciate e difficilmente percorribili, e l'altopiano di Lipa è di fatto isolato". Lo riferisce Caritas Italiana che lancia di nuovo "con forza un allarme per la estrema drammaticità della situazione a Lipa, come anche in molte altre località della rotta balcanica". “Non si può più aspettare - sottolinea il direttore don Francesco Soddu, - è assolutamente urgente fare ogni sforzo per garantire un’accoglienza dignitosa e sicura, rafforzare l'assistenza umanitaria a Lipa e in tutti gli altri campi profughi della Bosnia e Erzegovina”.

Mons. Komarica, Vescovo di Banja Luka ha lanciato un accorato appello, chiedendo a tutti i rappresentanti politici che possono prendere decisioni di “lavorare insieme, con l’aiuto materiale della comunità internazionale, per risolvere questa catastrofe umanitaria in modo positivo ed efficace, il prima possibile”. Mentre gli operatori di Caritas Italiana raccolgono "le voci di quanti sull’orlo della morte soffrono per l’indifferenza prolungata della comunità internazionale", come quella di Ali, uno degli ospiti del campo proveniente dal Pakistan: 'Fa troppo freddo, sto impazzendo, non sono sicuro di farcela a sopravvivere".

Caritas Italiana, in collaborazione con altre realtà non profit presenti sul posto, è impegnata nella distribuzione di cibo e di abbigliamento invernale (scarpe, giacche a vento, sciarpe, cappelli) e soprattutto di legna da ardere, per consentire ai migranti di scaldarsi. Questi aiuti sono resi possibili grazie alla solidarietà mostrata da molte persone ed organizzazioni che in questi giorni stanno contribuendo alla raccolta fondi necessaria proprio per l'acquisto di beni essenziali per la sopravvivenza di queste persone.

"Rimane difficile comprendere la decisione del governo della Bosnia e Erzegovina di trasformare Lipa in un campo permanente, pur sapendo che serviranno molte settimane per raggiungere degli standard minimi di sicurezza, e il rifiuto di ricollocare i migranti in strutture più pronte e più adatte all'inverno a seguito anche delle forti proteste delle comunità locali interessate. - commenta l'organizzazione - Anche l'Unione Europea chiede che a Lipa vengano rispettati i diritti umani ed ha stanziato nuovi fondi, oltre quelli già messi a disposizione, per poter migliorare le condizioni del campo, ma senza un esito concreto immediato. È necessario far cessare le prassi di respingimenti violenti sulla frontiera bosniaco-croata e ridiscutere le procedure e le politiche migratorie del paese e della regione, per sviluppare un sistema che tuteli maggiormente la vita e i diritti delle persone in transito o dei richiedenti asilo, procedure più snelle e sicure per il transito verso l'Unione Europea dei migranti, soprattutto di quelli in condizioni più vulnerabili, anche grazie a nuovi corridoi umanitari. Le persone in transito lungo la Rotta Balcanica sono infatti spesso in fuga da scenari di guerra e persecuzione, ed hanno pieno diritto alla protezione internazionale lungo il proprio percorso migratorio".

L'organizzazione ha lanciato una raccolta fondi: è possibile sostenere gli interventi di Caritas Italiana (Via Aurelia 796 - 00165 Roma), utilizzando il conto corrente postale n. 347013, o donazione on-line tramite il sito  www.caritas.it, o bonifico bancario (causale “Europa/Rotta balcanica”) tramite: Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma –Iban: IT24 C050 1803 2000 0001 3331 111 - Banca Intesa Sanpaolo, Fil. Accentrata Ter S, Roma – Iban: IT66 W030 6909 6061 0000 0012 474 - Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013 - UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119

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