Migranti: cambiano le rotte e aumentano i salvataggi in Tunisia
MILANO - "Dal nostro osservatorio a Zarzis (Tunisia), notiamo che i salvataggi di navi in avaria da parte di pescherecci tunisini o della Mezzaluna rossa tunisina sono molto aumentati". Parole di Martin Vane, responsabile del progetto sui "migranti misti" del Danish refugees council. Da settembre ha dovuto evacuare la missione dalla Libia alla Tunisia. È la conferma che ogni volta che il flusso di sbarchi appare in fase di rallentamento in Italia, significa che si sta ingrossando in Tunisia. In Nord Africa si discute molto della proposta della Commissione europea a guida Junker di bombardare le navi dei trafficanti: "I libici sono molto contrari a concedere questa possibilità agli europei", aggiunge Vane.
"Mi chiedo se vogliamo fermare l'immigrazione o vogliamo gestirla", afferma Vane. Un dubbio che sorge in base all'approccio adottato dall'Europa con quest'ultima agenda, da cui per altro gli Stati membri continuano a sfilarsi. Insufficiente è il numero di persone coinvolto nella redistribuzione delle quote (finora si parlava di 20-22 mila persone) a cui si accosta la politica dell'affondamento preventivo.
Intanto, il 18 maggio il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è recato a Tunisi proprio per discutere di un'agenda condivisa tra le due sponde del Mediterraneo. Al maggiore impegno della Tunisia corrisponderà un contributo economico dell'Italia, si legge sui media locali. L'Italia avrebbe scontato alla Tunisia 25 milioni di euro di debito, da trasformare in investimenti, secondo Businessnews Tunisia. A questi si aggiunge una donazione di altri 11 milioni di euro sempre legata alle collaborazione sulle politiche migratorie. (lb)