9 aprile 2018 ore: 11:32
Immigrazione

Migranti. Casa e lavoro punti critici, ma "indispensabili per integrazione"

Secondo il Rapporto 2018 del Centro Astalli nel 2017 è aumentato il numero di coloro che si sono rivolti al servizio di accompagnamento all’autonomia ed è cresciuto del 27% rispetto al 2016 il numero delle persone accolte nelle Comunità di ospitalità. “Bene Piano integrazione, ora necessaria attuazione”
Mazzo di chiavi

ROMA - La casa e il lavoro, punti di partenza indispensabili per ricostruire una quotidianità in un nuovo Paese, continuano ad essere un problema per i migranti e rifugiati nel nostro paese. Nel 2017 è aumentato il numero di coloro che si sono rivolti al servizio di accompagnamento all’autonomia ed è cresciuto del 27% rispetto al 2016 il numero delle persone accolte nelle Comunità di ospitalità, un progetto pensato per completare i percorsi di inserimento sociale iniziati nei centri di accoglienza. Sono i numeri del Centro Astalli raccolti nel rapporto 2018 dell’organizzazione, che viene presentato oggi a Roma.

Il Centro Astalli ricorda che è stato pubblicato a settembre il primo Piano nazionale di integrazione dei titolari di protezione internazionale, “un documento più che mai necessario di cui sarà importante seguire con attenzione l’attuazione”. “L’integrazione, secondo la definizione data da Papa Francesco nell’ultimo messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, ‘è un processo prolungato che mira a formare società e culture’, una trasformazione che riguarda non solo chi arriva, ma anche le comunità locali, che vanno adeguatamente preparate e accompagnate – si legge -. In tutti i servizi del Centro Astalli in Italia, fin da quelli di prima accoglienza, si lavora per l’integrazione in questa prospettiva più ampia, creando molte opportunità di incontro e scambio tra migranti e la comunità che li accoglie”. Nel dossier si evidenzia anche che nel corso del 2017, 75 persone (il 50% in più rispetto al 2016) sono uscite dalle comunità di ospitalità in cui erano state inserite raggiungendo l’obiettivo che era stato definito con loro nel progetto di semi-autonomia. Incoraggia anche il dato che evidenzia come l’interesse a essere coinvolti come volontari nelle attività del Centro nel 2017 sia rimasto alto: dei 220 colloqui effettuati a nuovi volontari, quasi il 50 per cento ha riguardato giovani di meno di 30 anni e circa il 30 per cento persone provenienti dall’estero, alcune delle quali con una storia di migrazione. “Anche da questi segnali avvertiamo che, nonostante vi siano allarmanti tendenze alla chiusura e alla xenofobia, in Italia e in Europa molti continuano ad avvertire l’urgenza di impegnarsi per la solidarietà e i diritti umani – spiega il dossier -. Sono state oltre 90mila le firme raccolte nell’ambito della campagna “Ero straniero. L’umanità che fa bene”, promossa dal Centro Astalli insieme a molte altre organizzazioni impegnate per l’accoglienza e l’integrazione. Un nuovo approccio alle migrazioni che valorizzi percorsi legali di integrazione, al di là degli slogan violenti e ideologici che hanno purtroppo caratterizzato anche la recente campagna elettorale, è ormai avvertito da molti come una necessità non rimandabile”.

“Costruire ponti, tutti i giorni” è dunque il messaggio contenuto nel rapporto 2018. “Accompagnare i rifugiati in società sempre più ferite e lacerate, dove i più indifesi corrono spesso il rischio di essere additati come capro espiatorio di un diffuso malcontento, significa soprattutto costruire ponti dove si alzano muri. È un lavoro che richiede coraggio e tenacia, che condividiamo nelle diverse sedi in cui operiamo (Roma, Palermo, Catania, Trento, Vicenza, Napoli, Milano, Padova) con 687 volontari e con numerosi sostenitori e benefattori – spiega il Centro Astalli -. La scuola continua ad essere il luogo privilegiato dell’incontro e della formazione di una coscienza critica e libera, a partire dall’esperienza concreta dei ragazzi, che vivono la pluralità ogni giorno, nelle loro classi. Nell’ambito dei due progetti nelle scuole, Finestre e Incontri, sono stati coinvolti 28.335 studenti (il 7% in più rispetto all’anno precedente) in circa 200 istituti scolastici in Italia.In ciascuna classe, come anche nei numerosi incontri pubblici, conferenze e convegni a cui il Centro Astalli ha avuto occasione di partecipare e che ha promosso, la prima urgenza è stata restituire la parola ai rifugiati stessi, di cui sempre più spesso si parla ma che sempre più raramente vengono ascoltati. Per questo siamo contenti di dedicare a tutti loro il premio che Articolo 21 ha voluto attribuire al Centro Astalli lo scorso dicembre “per l’impegno nella costruzione di una società più aperta, più solidale, più giusta per tutti”, un obiettivo che continua a orientarci, giorno dopo giorno, nelle nostre scelte”, conclude il rapporto.

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