Migranti, centro per asilo e rimpatri in Albania. Svolta o propaganda?
Giovani nel centro per migranti a Lampedusa
ROMA - Per fronteggiare l'immigrazione "la collaborazione è decisiva". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nel corso delle dichiarazioni a Palazzo Chigi con il primo ministro Edi Rama. Con l'Albania, annuncia, "rafforziamo e rilanciamo questa cooperazione", con l'apertura “nella prossima primavera di due centri per l'asilo e i rimpatri che accoglieranno fino a tremila persone” in cui verranno trattate le domande di asilo e di rimpatrio dei migranti. "La giurisdizione di questi centri sarà italiana", sottolinea Meloni. L'accordo "non riguarda minori e donne in gravidanza". E' "una soluzione innovativa, di respiro europeo", conclude Meloni. Nei due centri, che l'Italia userà per la gestione dei migranti giunti in Italia attraverso vie irregolari, "a regime ci potrà essere un "flusso annuale di 36 mila persone", aggiunge la premier Meloni.
Per il ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr Raffaele Fitto, il protocollo d'intesa “è uno sviluppo importantissimo ed innovativo nella gestione dei flussi migratori per l'Italia e per l'Europa. In linea con la priorità accordata alla dimensione esterna della migrazione e con i dieci punti del Piano della Presidente della Commissione von der Leyen, per la prima volta uno Stato non membro dell'Unione europea, ancorché candidato, accetta la creazione sul suo territorio di centri destinati alla gestione dei migranti illegali arrivati sul territorio dell'Unione. Si tratta di un grande risultato che premia l'azione del Governo italiano e del Presidente Meloni, conferma gli eccellenti rapporti di collaborazione fra Roma e Tirana e rafforza il percorso di avvicinamento dell'Albania all'Unione europea", conclude Fitto.
Decisamente critico Filippo Miraglia, responsabile migrazione nazionale per Arci, che denuncia: "La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in evidente difficoltà sulla gestione dell'immigrazione, prova a fare un altro accordo propaganda contro il diritto internazionale e le direttive europee. Il divieto di respingimento impedisce che imbarcazioni italiane, come quelle della guardia di finanza e della guardia costiera, portino potenziali richiedenti asilo nel territorio di un altro stato, anche se c'è un accordo". Così dichiara in una nota, in seguito all'accordo stretto a Palazzo Chigi dalla premier Meloni e l'omologo albanese Edi Rama sulla creazione in Abania di "centri per l'asilo e i rimpatri" giunti in Italia attraverso vie irregolari. "Le Convenzioni Internazionali e le Direttive Europee- prosegue l'esperto- sono leggi di rango superiore e anche il governo Meloni deve rispettarle. Altrimenti saranno i giudici europei o quelli italiani a dover intervenire per riportare l'Italia nella legalità. Certo, poi si lamenteranno che i giudici sono di parte". Miraglia continua osservando che "l'Italia è già stata condannata nel 2012 per un respingimento fatto nel 2009 verso la Libia proprio perché è stato violato il principio di non respingimento. La presidente Meloni lo sa bene ma va avanti per continuare con la propaganda nell'interesse della sua maggioranza, non certo del Paese, sapendo che andrà a sbattere contro la legge come è già successo con il Decreto Cutro. C'è da chiedersi quando questa maggioranza comincerà a capire che per governare ci vuole senso di responsabilità e senso dello Stato", conclude Miraglia.