Migranti, Cigl Roma: "Il sistema di accoglienza è da riformare completamente"
Roma - "Il sistema di accoglienza a Roma e' da riformare completamente". A dirlo e' il segretario Cigl di Roma e Lazio, Roberto Giordano, a margine di un convegno su immigrazione e mondo del lavoro, questa mattina, nella sede Cigl di via Buonarroti, a Roma.
"Noi riteniamo che si debba avere un'attenzione particolare rivolta all'autonomia che i migranti che chiedono asilo devono guadagnare- ha spiegato Giordano- a Roma queste esigenze non vengono soddisfatte, esistono centri dove ci sono 100, 150 persone. In questo caso e' complicato immaginare un percorso di autonomia, di crescita e di inclusione nel nostro tessuto sociale".
Le caratteristiche e le criticita' del sistema di accoglienza dei richiedenti asilo e migranti a Roma sono oggetto di uno studio intitolato 'Mondo di dentro' effettuato dall'associazione Lunaria col sostegno di Open Society Foundation. "I dati ci dicono che nel Lazio ancora oggi tra le 7 e le 8 mila persone circa sono accolte in strutture temporanee e 4 mila nel sistema Sprar", ha detto il presidente di Lunaria, Grazia Naletto, intervenendo all'incontro.
"L'esistenza di grandi strutture, sia Sprar che Cas- ha aggiunto- e' il contraddizione con i principi di accoglienza. Ci vuole un nuovo modello: piccole strutture e diffuse su territorio".
Al dossier sono allegate le proposte di riforma formulate da Romaccoglie, una rete di associazioni tra cui figurano anche Libera, Baobab e Cigl Roma e Lazio. Tra queste lo "scorporo dell'individuazione e della messa in opera delle strutture d'accoglienza dai bandi per l'affidamento della loro gestione, che consentirebbe di rimuovere uno dei fattori che favoriscono la corruzione. Questo sarebbe possibile- si legge nel documento- se il Comune valorizzasse gli immobili di sua proprieta' per offrire accoglienza ai richiedenti asilo e rifugiati o meglio per ampliare l'offerta di abitazioni a uso sociale".
Inoltre, Romaccoglie suggerisce di modificare i processi decisionali e il metodo di progettazione degli interventi adottando un metodo partecipativo che coinvolga le organizzazioni, la societa' civile e i rappresentanti dei migranti sin dalle prime fasi. Qualita' e sostenibilita' degli interventi dovrebbero sostituire i criteri di offerta a massimo ribasso nelle gare per l'affidamento delle strutture.
Tra le proposte, anche quella secondo cui nei bandi siano garantiti gli standard minimi di qualita' dei servizi e una rendicontazione dettagliata delle attivita' svolte. E ancora: l'applicazione dei contratti nazionali per gli operatori, il corretto inquadramento delle figure professionali, la trasparenza nei flussi finanziari e monitoraggio dei servizi, anche grazie alla costituzione di un organismo dedicato composto da rappresentanti dell'amministrazione comunale, da associazioni e da rappresentanti delle categorie interessate. Infine, l'esclusione dalle gare per chi non ottempera agli obblighi contrattuali previsti dall'assegnazione.
(DIRE)