Migranti, Cir: “Con l'Agenda Ue il numero di morti in mare potrebbe diminuire”
ROMA – “Dalla Commissione europea importanti aperture. Se tutto questo verrà realizzato così come è scritto, il numero dei morti nel Mediterraneo potrebbe, a medio termine, effettivamente diminuire”. È quanto dichiara Christopher Hein, direttore del Consiglio italiano per i rifugiati in merito all’agenda europea sulle migrazioni e sul diritto d’asilo presentata oggi dalla Commissione Europea. “È un’agenda complessa di politiche per i rifugiati – spiega Hein -. Si parla di solidarietà tra Stati europei, di messa in discussione del Sistema Dublino e di uno status europeo per i rifugiati. Si aumentano le possibilità per entrare in modo protetto in Europa e si rafforza il salvataggio in mare con l’ampliamento della missione Frontex. Sono risultati importanti”.
Tra gli aspetti più rilevanti, spiega il Cir, i programmi per garantire l’accesso regolare e protetto ai rifugiati nel territorio dell’Unione. “Ventimila nuovi posti di reinsediamento per rifugiati da Paesi terzi – spiega il Cir -, anche se ancora insufficienti, segnano un passo nella direzione giusta. Inoltre i richiedenti asilo, cominciando con quelli in Niger, avranno dei punti di contatto per presentare la loro richiesta di protezione”. Una possibilità, quella di poter chiedere protezione da Paesi terzi, per cui ci si batte da anni, spiega Hein. “Perché questa misura sia di reale sostegno ai rifugiati – aggiunge - è però importante che, da una parte, le persone a cui verrà riconosciuta la protezione potranno effettivamente accedere al territorio europeo, dall’altra che in nessun modo venga impedito l’accesso spontaneo dei richiedenti asilo e rifugiati. Non dobbiamo creare enormi campi profughi alle porte dell’Unione, ma permettere l’ingresso sicuro a queste persone”.
Soddisfazione, inoltre, per un ulteriore aspetto contenuto nell’agenda e secondo il Cir “fortemente innovativo”, la cui attuazione, però, è prevista solo in un secondo momento. Si tratta della creazione di uno status uniforme di asilo valido in tutta l’Unione europea, spiega il Cir. Un passaggio che segna la possibilità di lavorare e risiedere in uno stato membro diverso da quello che ha riconosciuto la necessità di protezione. “Un tale status potrebbe effettivamente superare i grossi limiti del sistema Dublino – dichiara Hein -, ovvero la forte riduzione della libertà di movimento in Europa per richiedenti asilo e rifugiati. Un sistema che ha un impatto drammatico sulla vita delle persone. Questo va di pari passo con il riconoscimento da parte della Commissione, per la prima volta in modo aperto, che questo Sistema non funziona e che dovrà esserci, a partire dal prossimo anno, una revisione importante”.
Positivo, infine, “che i Paesi in prima linea con le frontiere marittime, prima di tutto l’Italia, potranno contare su un fondo supplementare – aggiunge il Cir -, anche se poco più che simbolico di 50 milioni di euro, per affrontare l’impatto di un numero crescente di rifugiati e migranti. È anche la prima volta che Frontex non viene considerata più solo agenzia di supporto per la vigilanza delle frontiere, ma anche per il salvataggio in mare e si prevede di incrementare il budget di 27 milioni di euro nel periodo giuno-dicembre 2015”. Per Hein, con questa Agenda “l’Unione europea dimostra l’inizio di un’assunzione di responsabilità per l’insostenibile situazione nel Mediterraneo – conclude - e comincia ad attuare il principio di solidarietà tra gli Stati membri così come previsto dal Trattato di Lisbona”.