Migranti dal Baobab a Ventimiglia: “Gesto simbolico, si costituiranno contro Salvini”
ROMA - “Abbiamo fatto un gesto utile e simbolico: abbiamo affittato un pullman per far muovere le persone sul territorio nazionale, persone che vogliono liberamente spostarsi e che non sono dei fuggitivi. E’ tutto perfettamente legale, non c’è nessun reato né una denuncia a nostro carico. Quando siamo arrivati a Ventimiglia abbiamo lasciato i migranti al campo attrezzato della Croce Rossa, ora possiamo solo augurargli di raggiungere la meta sperata. Rivendichiamo il diritto di accogliere i migranti in transito e di poterli aiutare, perché siamo una rete di uomini, donne, associazioni che sono per la libertà di movimento”. Lo sottolinea Andrea Costa, uno dei portavoce dell’associazione Baobab experience che da tre anni a Roma gestisce, attraverso una rete di attivisti volontari, un campo informale per migranti in transito o fuori accoglienza. Il campo, che prima si trovava a via Cupa, e che ora sorge nel piazzale est della stazione Tiburtina (piazzale Maslax), è finito nei giorni scorsi sulle cronache nazionali, perché proprio lì sono passati alcuni dei migranti eritrei arrivati in Italia con la nave Diciotti della Guardia Costiera e accolti poi nel centro Mondo Migliore di Rocca di Papa, prima di essere trasferiti nelle diocesi di tutto il territorio nazionale. “Si tratta di una non notizia - spiega ancora Costa - il transito dei migranti in Italia è un fenomeno che osserviamo da tanti anni. Forse è arrivato il momento che l’Italia e l’Europa se ne facciano carico, cambiando la legislazione. Dobbiamo superare il trattato di Dublino, che impone ai migranti di fare domanda d’asilo nel primo paese di sbarco - aggiunge - ma il primo oppositore è l’amico di Salvini, il camerata Orban. La verità è che ancora oggi a molti paesi questo trattato fa comodo”.
42 migranti parte civile nel processo contro Salvini. In tutto sono 42 le persone che da Roma sono arrivate a Ventimiglia sul pullman affittato dagli attivisti del Baobab. “Quando sono arrivati al campo li abbiamo assistiti anche a livello giuridico - spiega Giovanna Cavallo, responsabile del team legale di Baobab experience - Il nostro intervento non si è fermato a offrire loro tutela ma li abbiamo anche resi consapevoli della scelta che stavano facendo. Inoltre i nostri avvocati hanno preso le deleghe delle 42 persone per valutare se ci sono gli estremi per costituirsi parte civile nel processo legale contro il ministro Salvini, per quando riguarda il trattenimento sulla nave Diciotti”. Cavallo ha ricordato che le persone erano già state identificate in Sicilia allo sbarco e che sono “libere di poter girare l’italia anche per necessità di definire il loro progetto migratorio. Il transito, come fenomeno sociale, riguarda migliaia di migranti - aggiunge - sfido chiunque a rimanere in un paese che vuole rimandarti in Libia, dopo tutto quello che lì hai subito”. Inoltre, spiega ancora la responsabile del team legale, alcuni dei migranti allontanatisi da Rocca di Papa hanno scelto di aderire alla protezione internazionale pur non scegliendo l’accoglienza: “Ci hanno spiegato di aver fatto domanda d’asilo per paura di essere rimandati in Libia, ma di non aver scelto l’accoglienza perché volevano partire”.
La possibilità di deroga al Regolamento Dublino. Alle persone è stato consegnato anche un plico contenente informazioni sulla possibilità di deroga al Regolamento Dublino. “Non è detto che tutti vengano rimandati indietro - aggiunge Cavallo - c’è un articolo del Regolamento che sancisce la possibilità di derogare la competenza rispetto al paese che si fa carico dell’asilo: il paese di arrivo potrebbe scegliere di assumere la competenza, anche in base a problemi di sicurezza in un altro paese”. A tal proposito Andrea Costa ha ricordato che nel giorno in cui scoppiava il “caso Baobab, l’Onu inviava in Italia gli osservatori per vigilare sul clima di razzismo e intolleranza imperante”. I migranti che hanno raggiunto Ventimiglia hanno dichiarato di avere come meta la Germania, la Svezia, la Norvegia e l’Olanda, "dove hanno un legame familiare stretto o allargato". Al campo di piazzale Maslax le persono hanno ricevuto anche assistenza medica, sia da Medici senza frontiere che da Medu (Medici per i diritti umani). “Il nostro team è presente anche in Sicilia e una parte dell’assistenza è stata fatta anche allo sbarco - spiega Alberto Barbieri di Medu - le storie di queste persone sono assurde, le abbiamo raccolte per cercare di spiegare chi sono. Un uomo di 39 anni, per esempio, è stato un anno e 5 mesi in Libia, è stato detenuto tutto il tempo e sei mesi li ha passati al buio. Si tratta di persone che hanno subito traumi e che sono particolarmente vulnerabili. La detenzione forzata e prolungata sulla nave Diciotti è stata una sorta di traumatizzazione secondaria”.
300 persone al Baobab, si attendono nuovi arrivi dopo l'annunciata ondata di sgomberi. Attualmente al campo informale di Baobab experience ci sono 300 persone:il 65 per cento sono in transito, il 10 per cento sono “dublinati”, cioè persone rimandate indietro da altri paesi dopo aver passato il confine. “Abbiamo avuto un caso eclatante di un signore siriano di 70 anni, rimandato indietro dall’Austria dove era arrivato per ricongiungersi con la figlia”, spiega Cavallo. Il restante 25 per cento è formato da migranti fuori accoglienza, alcuni dei quali con l’esigenza di dover rinnovare il permesso di soggiorno. “Ci sono anche due italiani senza dimora - aggiunge Costa -. Ci sono persone che si trovano per strada in conseguenza a scelte politiche, come il decreto Minniti Orlando. Nei prossimi mesi ci aspettiamo l’arrivo di quelli che rimarranno senza un tetto in seguito all’annunciata ondata di sgomebri a Roma”. (Eleonora Camilli)