8 giugno 2017 ore: 11:30
Immigrazione

Migranti, dall'Ue oltre 58 milioni extra all'Italia per l'accoglienza

Lo annuncia il commissario europeo Avramoupolos: "La gestione della crisi dei rifugiati è più importante di quella della crisi economica per il futuro dell’Europa". Sulla relocation: "Alcuni governi si sono tirati indietro, e hanno chiesto di rinegoziare l’accordo". Entro un mese la decisione sulle sanzioni
Dimitris Avramoupolos

© European Union 2017

BRUXELLES – Ammontano a 58 milioni e 210 mila euro i fondi extra all’Italia per l’accoglienza di migranti e rifugiati. Ad annunciare lo stanziamento è il commissario europeo Dimitris Avramoupolos in un incontro con i giornalisti italiani presso la sede della Commissione europea, organizzato dalla rappresentanza italiana al Parlamento europeo. I fondi saranno destinati all’assistenza dei richiedenti asilo, dall’attività legale al cibo. Ad oggi la Commissione europea ha già stanziato 592 milioni per l’emergenza immigrazione in Italia, per il periodo 2014-2020. A questi sono stati aggiunti 92 milioni di fondi extra, che con il nuovo stanziamento annunciato da Avramoupolos salgono a 146 milioni.

Al centro della foto, Dimitris Avramoupolos
Dimitris Avramoupolos - in conferenza

“La gestione della crisi dei rifugiati è più importante della gestione della crisi economica per il futuro dell’Europa – spiega Avramoupolos – perché ha a che fare con i valori fondanti dell’Unione europea”.  Per questo, aggiunge “siamo molto vicini al governo italiano: lo scorso anno più di 170 mila persone hanno attraversato il Mediterraneo in maniera insicura. L’Italia non è sola: ma oggi la situazione è migliore rispetto a qualche anno fa. Solo nel mese di maggio sono state ricollocate mille persone dall’Italia: è un numero record – aggiunge –, su questo fronte dobbiamo comunque fare di più”. Il Commissario ha ricordato che il programma di relocation sta andando a rilento anche perché “alcuni governi si sono tirati indietro, hanno iniziato a rifiutare migranti e hanno chiesto di rinegoziare l’accordo. Ma la Commissione è chiara e ferma – aggiunge -. Bisogna rispettare gli impegni presi”.

Dimitris Avramoupolos © European Union 2017
Dimitris Avramoupolos

Il riferimento è al gruppo dei paesi cosiddetti di Visegrad (Repubblica ceca, Polonia, Ungheria e Slovacchia) sui quali non si esclude l’avvio di procedure di infrazione: “siamo all’ultimo miglio prima di prendere misure – spiega Avramoupolos -. Entro un mese la Commissione dovrà prendere una decisione sull’imposizione di sanzioni”. Quanto ai numeri del programma, secondo un report della Commissione la stima iniziale di 160mila persone da ricollocare, va abbassata almeno a 100mila circa, tra Italia e Grecia, per il numero ridotto di arrivi nella penisola ellenica e per le scarse adesioni nel nostro paese (secondo la Commissione l’Italia non fa abbastanza per informare i migranti che potrebbero aderire al ricollocamento). In totale ai 20mila circa già entrati nel programma si aggiungono oggi 12.500 mila persone che sono candidati per la relocation dalla Grecia e circa 4000 dal nostro paese. Persone già pronte a partire.  

L’ambizione della Commissione è adottare e stabilire uno schema di relocation permanente, basato su un principio di solidarietà tra paesi. “Il programma deve essere istituzionalizzato” ha detto il Commissario. L’altro fronte su cui si sta lavorando è quello della riforma del Regolamento Dublino “che è morto” ha detto Avramoupolos. Infine c’è il problema della Libia: “si stanno facendo dei progressi con la guardia costiera libica per salvare i rifugiati. L’Italia in questo ha un ruolo importante –spiega -. Vogliamo una Libia unita, consolidata dove ci sia un sistema politico stabile. Per farlo cercheremo di mettere nello stesso tavolo Al Serraj e Haftar”. (ec) 

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